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Aspettative… queste sconosciute!!

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
ven 19 ott 2018 12:46
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Ogni giorno abbiamo a che fare con molte persone e ci facciamo un’idea della loro personalità, creata in base agli scambi avuto con esse. Questo ci porta a formarci una serie di aspettative sul loro comportamento.

Le aspettative sappiamo che sono strettamente correlate alle impressioni che abbiamo degli altri, quindi alla nostra percezione sociale.

Un modello per spiegare questo fenomeno è il “modello della percezione sociale di Fiske”. “Secondo questo modello, non appena conosciamo una persona, la inseriamo in una categoria. E vi rimarrà a meno che non approfondiamo il rapporto e scopriamo qualcosa che ci porta a cambiarla.

Le persone hanno un personalità complessa, molto connessa con il contesto e difficile da includere in categorie specifiche, ma con questa piccola “scorciatoia mentale”, impariamo a capire come trattare le persone del nostro ambiente.

Una volta categorizzato il nostro ambiente sociale e aver formulato delle idee su ogni persona che ne fa parte, inizieremo ad avere delle aspettative”.

Ma cosa sono esattamente le aspettative?

Le aspettative sono idee che abbiamo di una persona del nostro ambiente, di come si comporterà in futuro o trovandosi in una determinata circostanza. L’immagine che creiamo di una persona è accompagnata da queste aspettative. Questo ci aiuta a immaginare come dobbiamo comportarci e a prevedere il suo comportamento. Creare delle aspettative sulle nostre relazioni ha anche quindi una funzione adattiva.

Le aspettative sono tutte quelle immagini, suoni e sensazioni che creiamo all’interno della nostra mente che possono riguardare un evento o una situazione futura o una persona e hanno il carattere della previsione. Essendo quindi previsioni, non è detto che si avverino, ed è ciò che spesso accade.

Quante volte ci capita di avere in testa qualcosa e di iniziare a giocarci, costruendo immaginari castelli di carta? Le cose però vanno diversamente e ci sentiamo insoddisfatti, indipendentemente dal fatto che siano andate bene o male.

Relazionarsi con le persone significa influenzare ed essere influenzati. Nello stesso modo in cui gli altri hanno delle aspettative rispetto a come dovremmo comportarci, anche noi abbiamo delle aspettative circa il loro comportamento. Quindi, ci impegniamo quotidianamente in una danza nella quale ogni passo ha un impatto sull’altro e su noi stessi, in cui ci sforziamo di essere noi stessi e, allo stesso tempo, di soddisfare gli altri.

Quali sono gli errori che ci portano ad avere delle aspettative?

Un errore è proiettare le nostre aspettative sugli altri. Rimarremo sempre delusi da qualcuno che si comporta diversamente da noi, quindi per migliorare questa situazione dobbiamo spostare l’attenzione su di noi, aspettandoci di più e contando sulle nostre capacità, perché siamo gli unici responsabili di tutto ciò che ci accade.

Il secondo errore è aspettarci qualcosa perché siamo abituati così. Se succede poi però qualcosa di diverso da quello a cui siamo abituati, anche se è più bello o più adatto a quel particolare momento, non ce ne accorgiamo, perché per noi non è perfetto solo perché è diverso da ciò a cui eravamo abituati.

Il terzo errore è quello che tendiamo ad associare i comportamenti  degli altri con degli ideali personali e creati solo da noi, dalle esperienze passate o da nostre convinzioni che ci portano a credere che ad una determinata azione o parola corrisponde un determinato significato.

Le aspettative all’interno del rapporto di coppia

All’inizio di una nuova relazione sentimentale spesso si guarda al nuovo partner come a quella persona che sarà capace di risanare vecchie ferite, di coglierci “al volo” attraverso l’intuizione, e soddisfare bisogni psicologici importanti come quelli di affetto, sicurezza, stimoli, condivisione di attività sportive, intellettuali, sociali, gestione di casa ed educazione dei figli. Ma è improbabile che ci si trovi di fronte al partner ideale, perché anche lui ha limiti, dolori e ferite in sospeso.

Il suo funzionamento, i suoi valori e il suo linguaggio sono differenti dai nostri e questa differenza emerge sempre più con il passare del tempo. C’è sempre il grosso rischio che le nostre aspettative non vengano colte, comprese e che si faccia strada dentro di noi la rabbia. All’inizio essa è contenuta e la relazione regge nonostante la frustrazione. Tuttavia poi ci si rende conto che il partner non è disposto a cambiare. Iniziare una relazione con l’aspettativa di cambiare il partner, plasmarlo per renderlo più come ce lo si aspettava, è un errore che in molti fanno.

Le aspettative difficilmente sono considerate irrealistiche all’inizio di un rapporto a due; sono richieste da soddisfare “senza se e senza ma“. Ci si mette in attesa che l’altro soddisfi tali bisogni dando per scontato che sappia coglierli e ci gratifichi nell’immediato. Ci aspettiamo che il partner riesca ad intuire ciò che desideriamo esattamente, ma in tal modo le aspettative diventano assunti impliciti anziché comunicati apertamente e condivisi da ambo le parti.

Quindi si rimane in attesa che i propri bisogni vengano soddisfatti senza sentire la necessità di comunicarli in modo chiaro poiché ritiene che si tratti di cose che “tutti dovrebbero sapere”. Ciò viene riversato sull’altro che, inconsapevole del ruolo designatogli, diviene una vittima accusata di molteplici mancanze. Spesso si presentano silenzi, ricatti ed accuse come quella di non essere innamorato/a abbastanza da comprendere ciò che desideriamo ma che non chiediamo.

Molti non solo non dichiarano apertamente le proprie aspettative ma trattengono la rabbia per anni. Le persone frustrate pensano di non essere all’altezza, di non meritare attenzioni e gesti di cura da parte del compagno/a.

Si inizierà a concentrarsi solo sugli aspetti negativi della relazione, sulle mancanze del partner più che sulle sue risorse e sugli aspetti buoni del rapporto.

Anche le aspettative su di se nel rapporto possono essere disfunzionali, come ad esempio il pretendere di essere dei partner perfetti, privi di difetti, per impressionare l’altro. Coloro che soffrono di bassa autostima ritengono di dover faticare per continuare a piacere e di doversi sottoporre a forti pressioni per “meritarsi l’amore” dell’altro. La persona può costantemente ricercare conferma del proprio valore attraverso il partner, il quale potrebbe stancarsi di fornire conforto a chi non è capace di rasserenarsi mai con i feedback positivi ottenuti.

Come è possibile allora sfuggire alla “trappola” delle aspettative?

E’ fondamentale conoscere come lavora la nostra mente: un’ esperienza immaginata per il nostro cervello viene riconosciuta come vera. Siamo lì, la viviamo, la vediamo, la ascoltiamo, la tocchiamo. Il nostro cervello a volte può diventare un nostro grande nemico. È quello che capita con le aspettative.
Bisognerebbe imparare ad usare le aspettative come stimolo, senza crearsene di irrealistiche e fuori controllo e capire che esiste una differenza fra aspettative e obiettivi. La differenza sta nel fatto che nel secondo caso occupiamo un ruolo sicuramente attivo, mentre nel primo non è richiesto essere protagonisti.

Conformarsi alle aspettative non è un male, fa parte dell’adattamento sociale, ma non bisogna dimenticare che a volte queste possono portarci su sentieri che non desideriamo percorrere, soprattutto quando vengono da persone vicine a noi che non vorremmo deludere. In questi casi, è opportuno prestare attenzione per chiederci se ciò che stiamo facendo ci piace veramente o se La base fondamentale per costruire una buona relazione è l’equilibrio tra accettazione e incontro.

La base fondamentale per costruire una buona relazione è l’equilibrio tra accettazione e incontro.

 

Dottoressa Erica Zaghini

Psicologa, Psicoterapeuta

Servizio Liberamente Coop. Soc. Il Millepiedi