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Attualità Regione

Caminetti e stufe, anche il Pd chiede incentivi. Lega: ci copiano male

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 10 set 2018 13:02 ~ ultimo agg. 11 set 12:01
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I divieti previsti dal Piano Aria Regionale per caminetti e stufe più inquinanti continuano a far discutere. Non sono bastati infatti i chiarimenti dell’assessore regionale Gazzolo: nessuno stop quando si tratta dell’unica fonte di riscaldamento e neppure per cucinare cibi o per fini commerciali. Piena libertà di utilizzo per gli impianti di classe due stelle o superiore. Il tutto con una premessa: in Emilia Romagna il 50% delle emissioni di Pm10 è dovuto al riscaldamento domestico e provvedimenti analoghi sono in vigore già in Lombardia, Veneto e Piemonte. Ma le precisazioni non sembrano essere bastate.

Era prevedibile – attacca il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Tagliaferri – che un provvedimento calato dall’alto, imposto ai cittadini senza considerare tempi, costi, problemi, avrebbe provocato proteste, per altro legittime”. Forza Italia prima e Lega poi hanno chiesto un passo indietro con deroghe e incentivi. Anche il Movimento 5 Stelle, col consigliere regionale Bertani, ha interrogato la Giunta chiedendo specifiche risorse per la rottamazione di stufe e caminetti più datati e “l’attivazione di uno specifico catasto dei generatori di calore alimentati a biomassa presenti nelle abitazioni”. Ma anche la maggioranza Pd è intervenuta. E se da un lato ha attaccato le altre forze politiche per aver dato spazio a “sterili polemiche” (dopo che il Pair era stato invece approvato nell’aprile 2017 senza voti contrari), dall’altro ha depositato una risoluzione (con Calvano primo firmatario) per chiedere incentivi per l’adeguamento o la sostituzione di stufe e caminetti per uso domestico non conformi alle norme vigenti.

Anche la Lega ha presentato una risoluzionemolto più articolata e precisa nelle richieste di quella del Pd” scrive il consigliere Pompignoli. Tra le richieste, oltre al fondo per il rinnovamento degli impianti più vecchi, anche lo slittamento della data di decorrenza del provvedimento, l’esenzione dal divieto di camini e focolari utilizzati occasionalmente a uso domestico e ricreativo e l’abbassamento della quota altimetrica per esentare dal provvedimento tutti i Comuni montani. “Il gruppo Pd – commenta Pompignoli – tenta di mettere una pezza al brutto scivolone della Giunta Bonaccini sul Pair 2020, con lo stop a stufe e camini, e lo fa copiando male le proposte della Lega”.