I fiori felici dello slow flowers e del floral design
Non ho il pollice verde, vero, ma anch’io amo i fiori. Sono capaci di trasmettermi allegria e, un giorno, ho compreso che anche noi possiamo renderli felici
La prima volta che ho sentito parlare di felicità dei fiori mi sono chiesta cosa significhi parlare di fiori felici. La risposta l’ho trovata una domenica da Sisaflor, a Forlì. Appena arrivata, nonostante il tempo fosse instabile e il cielo nuvoloso, sono stata subito inebriata da sensazioni piacevoli. In un vivaio non incluso un unconventional brunch tra profumi intensi di fiori sbocciati. E oggi vi racconto cosa ho fatto quel giorno e cosa ho imparato.
Le prime regole per avere un giardino pieno di fiori felici
La giornata è iniziata in compagnia di una floral designer, Camilla Zanarotti, anche autrice del libro “Più orti che giardino” (Mondadori). E’ grazie a lei che ho imparato le cose fondamentali per coltivare bei fiori. Personalmente non ho mai avuto il pollice verde, vi dicevo, quindi le basi innanzitutto. Fondamentale aver cura di nutrire la terra. Ma come? E’ l’ossigeno per il terreno è la prima condizione per un giardino in salute. In seconda battuta, imparando dalla natura, il terreno va coperto (in gergo, pocciamatura). Avete presente un bosco? In fondo, se ci pensate bene, il terreno lo troviamo sempre ricoperto da un letto, di foglie o di muschio che sia.
In giardino bisogna fare esattamente la stessa cosa, magari usando della paglia, ma anche utilizzando altri fiori (purché si facciano crescere striscianti). Il nasturzio, con le sue proprietà curative, ad esempio è perfetto. In autunno poi, quando le colture sono vuote, la letamazione è sempre il metodo migliore, imparagonabile a qualsiasi prodotto chimico, per mantenere biologicamente viva la struttura del terreno. In alternativa, un altro buon fertilizzante naturale anche il macerato di ortica. Altro segreto: la contaminazione tra fiori e ortaggi. Camilla fa notare che si possono scegliere quelli esteticamente più gradevoli, come il cavolo, nero o viola, ma anche le erbe aromatiche sono una buona idea. Per di più, creando confusione olfattiva si contribuisce a tenere lontani insetti nocivi. E se dopo questi preziosi consigli vi è venuta voglia di fare del giardinaggio, vi consiglio le due mostre -mercato di fiori, piante e attrezzi del mestiere in programma sabato 13 e domenica 14 maggio a Santarcangelo e a Bologna.
Slow Flowers: i nuovi bouquet sono sostenibili e a km zero
Dalle tips della floral designer Camilla a quelle di Laura Vaccari del Fiorificio. Con lei ho scoperto, invece, che c’è anche un’etica dei fiori. Laura, infatti, condivide la filosofia dello slow flowers, secondo il New York Times “la rivoluzione del bouquet”. Il concetto base è semplice, in pratica è questione di rispetto e sostenibilità. Ecco perchè per le decorazioni e le composizioni floreali che realizza com amore Laura predilige usare materiali naturali raccolti dai campi e dai boschi, rigorosamente di stagione, dunque, e possibilmente a km zero. Insomma, niente spugne né colle né fiori di importazione o stabilizzati. Il risultato del suo lavoro è incredibilmente armonico nella sua autenticità e naturalezza. Guardarla assemblare bouquet e composizioni è un incanto!
A caccia di fiori, nei giardini privati
Sempre a proposito di fiori e giardini, vi voglio segnalare alcuni eventi che trovo particolarmente affascinanti. Sono tutti nella “mia” Emilia Romagna, e profumano di primavera. Sabato 13 e domenica 14 maggio, a Ferrara con “Interno Verde”, è possibile visitare giardini privati solitamente non accessibili. I più curiosi possono iscriversi e informarsi on line su come accedere a questi splendida esperienza. Anche tra Ravenna e Forlì, dal 12 e fino al 17 con “Meraviglie Segrete”, ci sono in calendario una serie di eventi a fiori incluse visite straordinarie ai giardini e vivai. Dal 19 al 21, invece, aprono le porte ai visitatori 48 giardini di Bologna con “Di Verde in Verde“.
A proposito di felicità, qui, invece, c’è la mia chiacchierata con Jacopo Ticchi. Lui è un giovanissimo chef riminese, ma è già al lavoro nella brigata di cucina del Joia, l’unico ristorate italiano di cucina naturale ad essersi guadagnato una stella Michelin: un giorno ci siamo incontrati e mi ha spiegato cosa hanno a che fare cucina vegetariana e felicità. Non siete curiosi?