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Sempre più italiani e soli: meno poveri, più povertà

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 18 nov 2016 07:43 ~ ultimo agg. 21 nov 17:57
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Sono da poco stati resi pubblici i dati nazionali di Caritas Italiana in merito al 2015 e su tutti i giornali è stato inviato l’allarme in merito alla povertà giovanile e all’aumento delle situazioni di difficoltà degli italiani. Ma qual è la situazione presso la Caritas diocesana di Rimini nei primi nove mesi del 2016?

MENO PERSONE INCONTRATE, MA…

Si riscontra innanzitutto una diminuzione degli utenti: se al 30 settembre 2015 le persone ascoltate erano state 1.804, nello stesso periodo del 2016 sono state 177 in meno.

Sono però drasticamente aumentati gli italiani, passando dal 32,4% al 34,1%: si tratta in gran parte di uomini che vivono soli, per di più celibi, separati o divorziati. Se l’aumento degli italiani corrisponde all’analisi dei dati nazionali presentati da Caritas Italiana, ben diversa è invece la situazione per quel che concerne l’età. Caritas Italiana, infatti, afferma che all’abbassarsi dell’età crescono le situazioni di povertà, mentre nella nostra diocesi, ma anche a livello emilianoromagnolo (a breve verranno presentati i dati regionali Caritas), l’andamento è differente: la povertà è sempre più distribuita tra le diverse fasce d’età e va assolutamente messa in relazione alla cittadinanza.

 

ITALIANI E STRANIERI

Tra i connazionali si constata un aumento di coloro che superano i 50 anni e fanno sempre più fatica a trovare un’occupazione. Tra gli stranieri invece sono presenti sia i giovani immigrati prevalentemente profughi che hanno terminato i percorsi di accoglienza e si ritrovano in regola per quel che concerne i documenti, ma senza una casa e senza un lavoro -, sia gli immigrati arrivati in Italia negli anni ’80-’90 che adesso hanno sui 45 anni e non sanno più dove andare in quanto qui non hanno più un lavoro, ma in patria non riuscirebbero comunque a trovarlo. Chi può ha fatto la scelta di re-impatriare come intero nucleo familiare o solo moglie e figli, altri invece hanno optato per altre città d’Europa. La conclusione è che le persone straniere sono diminuite agli sportelli Caritas, mentre sono aumentati percentualmente, dicevamo, gli italiani.

 

POVERI E SOLI

La povertà è sempre più caratterizzata dalla solitudine, le persone si rivolgono a noi non solo perché sono in estrema difficoltà a causa di mancanze oggettive (quali casa, lavoro, cibo, vestiti), ma anche perché sono sempre più sole. Numerose sono, infatti, le segnalazioni di conflitti familiari, di abbandoni da parte di amici e parenti, di delusioni, incomprensioni, fratture… Le situazioni diventano sempre più drammatiche nella misura in cui le persone si ritrovano a vivere senza un tetto per periodi molto lunghi (oltre 4 anni), la vita in strada li consuma. Soprattutto le donne, in questa situazione di fragilità, cadono spesso in deliri, turbolenze psichiche, nelle quali è difficile entrare per iniziare un percorso di aiuto, mentre gli uomini utilizzano spesso l’alcol per dimenticare; questo li rende vulnerabili, spesso aggressivi e, anche in tal caso, i volontari dei Centri di Ascolto si ritrovano impossibilitati nel compiere veri percorsi di accompagnamento se non dopo che l’alcol ha smesso di fare il suo effetto.

 

Isabella Mancino Responsabile Osservatorio delle Povertà e delle Risorse

InformaCaritas