Indietro
menu
Lavoro Regione

Apprendistato esteso ai 16-18 anni, Regione emana regolamento. Rossi: ora anche extra-alberghiero

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 6 lug 2016 16:41 ~ ultimo agg. 16:47
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha emanato il nuovo regolamento che disciplina l’apprendistato e apre all’innovazione dell’apprendistato esteso ai giovani tra i 16 e i 18 anni. La novità è frutto dell’emendamento alla Legge comunitaria, approvata lo scorso mese dall’Assemblea Legislativa, a firma della Consigliera PD riminese Nadia Rossi.

“Volevamo coprire il vulnus normativo che non consentiva ai ragazzi nella fascia 16-18 di svolgere una piccola attività lavorativa ma soprattutto educativa, nel periodo delle vacanze scolastiche; in più pensiamo che estendere l’apprendistato ai giovani possa influire anche per ridurre l’utilizzo dei voucher. Ora, con l’emanazione dello specifico regolamento, facciamo il passo che mancava e siamo la prima Regione in Italia ad averlo fatto. Il percorso però non possiamo dire che sia completo – spiega Nadia Rossi – visto che ad oggi manca la possibilità di estendere l’apprendistato agli under 18 fuori dal settore turistico-alberghiero”. “L’Assemblea e la Giunta hanno portato a compimento il pezzo che compete alla politica: per estendere questa opportunità anche agli altri settori vanno chiamate in causa le parti sociali”. Questa possibilità va prevista nei contratti collettivi, ricorda Nadia Rossi: “ora è il turno di sindacati e associazioni di categoria adoperarsi per rispondere all’esigenza espressa da molti studenti ma anche da molti imprenditori locali”.

La Rossi cita “le mail e i messaggi che ho ricevuto nelle ultime settimane da molte persone, e soprattutto, ed è ciò di cui vado più orgogliosa, da molte ragazze e ragazzi che hanno apprezzato il nostro sforzo per adeguare la normativa regionale alle loro richieste. Esprimono disagio per non aver potuto, finora, approcciarsi ad un’esperienza lavorativa durante l’estate, con ripercussioni negative anche sulla stabilità economica delle loro famiglie”.

Si legge in una delle mail: “L’indipendenza di noi giovani, oggi come oggi, è legata purtroppo a leggi che fondamentalmente non ci tutelano. […] In questa società dove siamo stati definiti ‘bamboccioni’, in realtà, noi chiediamo a gran voce solo di avere il diritto al lavoro anche se minorenni, per arrivare a raggiungere in piccola parte un’indipendenza economica, che sia: dal pagarci un abbonamento dell’autobus, i libri scolastici, la patente del motorino o della macchina, un cellulare o più semplicemente avere i soldi per uscire la sera con gli amici senza dover gravare sempre sulla famiglia. Se tutto questo sistema cambiasse e ci venisse più incontro si creerebbe una visione di noi giovani diversa da quella attuale, nell’attesa che tutto questo cambi noi giovani non smettiamo di sperare in una società migliore.”

Cconclude quindi la Consigliera: “noi lo sforzo di cambiare la legge per tutelare quella parte dei nostri giovani più attiva e responsabile lo abbiamo fatto.  Ora il richiamo a fare la propria parte lo facciamo alle parti sociali”.