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Economia Provincia

Report agroalimentare 2013: meno soldi per aziende. Cresce export e agriturismi

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lun 16 giu 2014 19:20 ~ ultimo agg. 00:00
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Rimini ‘fanalino di coda’ in regione nel settore agroalimentare, ma solo a causa della superficie coltivabile, non per la produzione.
La superficie agricola utile, a Rimini tocca i 35mila ettari vale a dire 8 ettari in media per azienda. La superficie media delle aziende è passata, grazie all’ingresso dei sette comuni dell’Altavalmarecchia, da 4 a 8 ettari. Con il censimento, le aziende agricole sono risultate essere 4400, ma di queste solo 2.500 sono iscritte alla Camera di commercio, ovvero hanno un fatturato superiore ai 75.000 Euro annui. L’export è cresciuto del 5,4%. Lo studio è stato realizzato in collaborazione tra l’Assessorato all’Agricoltura della Regione e Unioncamere Emilia Romagna, ed è stato presentato questa mattina a Rimini nella sede della Camera di commercio.

Rimini, dal punto di vista del numero delle aziende agricole, vale quindi ‘solo’ il 2% del totale regionale (ma per esempio, la zona di Rimini Nord produce da sola il 44% dell’insalata di tutta l’Emilia-Romagna). Un fattore importante per il futuro, che è stato evidenziato da più di un relatore, è l’arrivo nel giro di due/tre anni, del CER, il Canale Emiliano Romagnolo, che porterà acqua a mille ettari che potranno essere così irrigati e diventare produttivi. Dal punto di vista strategico, occorre integrare l’agroalimentare e i suoi prodotti di eccellenza con il turismo. Molto è stato fatto, sia attraverso numerose iniziative ad hoc, sia attraverso l’attività della Strada dei Vini e dei Sapori, ma c’è ancora uno scoglio culturale da superare, specialmente da parte degli operatori turistici, che non hanno ancora compreso l’importanza di veicolare questa eccellenza – olio, vino, formaggio, salumi – enogastronomica del territorio attraverso gli alberghi e la ristorazione. Integrare turismo e produzione diventa quindi un passaggio fondamentale, sul quale continuare ad indirizzare gli sforzi sinergici di tutte le parti.
Qualità del prodotto, comunicazione del suo valore e della sua eccellenza, ammodernamento ai fini della recezione turistica delle strutture: sono questi alcuni degli asset strategici sui quali, a detta di CIA e Confagricoltura, occorrerà intervenire. Valter Vannucci (CAAR), invece, ha stigmatizzato la mancanza di programmazione da parte degli operatori agricoli del territorio, cosa che rende difficile impostare il lavoro a lungo termine; il Caar mantiene comunque un andamento sostanzialmente positivo (confronto volumi: 2010 = 892.238; 2011 = 928.734 +4,09%; 2012 = 902.960 -2,78%; 2013 = 904.002 +0,12%). È stata infine annunciata per il 18 e 19 luglio 2014 la nuova edizione di P.Assaggi di vino che si terrà sempre nel Borgo San Giuliano, realizzata dal Consorzio della Strada dei Vini e dei Sapori con il contributo della Camera di commercio di Rimini.

IL SISTEMA AGROALIMENTARE EMILIANO-ROMAGNOLO
Dunque, cresce l’export dei prodotti agroalimentari emiliano-romagnoli che nel 2013 hanno raggiunto un valore complessivo di 5 miliardi 471 milioni, mettendo a segno rispetto all’anno precedente un + 5,4%, a fronte di un aumento, su scala nazionale del 4,9%. Un dato tanto più importante se confrontato con il calo dei consumi interni in atto da alcuni anni.

L’andamento delle esportazioni
Le esportazioni agroalimentari emiliano-romagnole crescono e crescono di più delle importazioni (+5,4% contro +1,8%), con effetti positivi sul saldo commerciale che tra 2012 e 2013 migliora di 164 milioni di euro. Disaggregando il dato complessivo, tra le voci più significative dell’export emiliano-romagnolo vi sono i salumi con un valore di 608 milioni di euro e un aumento sul 2012 del 9%, i formaggi e i prodotti lattiero-caseari con 604 milioni e un +6%, pasta e derivati dai cereali (600 milioni, +3,6%) il vino (392 milioni, +9,8%). Tra i prodotti agricoli regina incontrastata è la frutta fresca (che rappresenta da sola il 55,9% delle esportazioni agricole regionali ) con un valore di 469 milioni di euro, ma una flessione rispetto al 2013 del 3,4%

L’annata agraria 2013
Il Rapporto evidenzia, confermando le prime anticipazioni, una riduzione del 3 % della produzione lorda vendibile. Un arretramento dovuto essenzialmente al forte maltempo primaverile, con diffusi fenomeni di dissesto specialmente nelle aree appenniniche, e la tromba d’aria che a maggio ha colpito le province di Bologna e di Modena. Tale flessione tuttavia non ha impedito all’agricoltura emiliano-romagnola di confermare un valore di 4,35 miliardi di euro di Plv, consolidando i buoni risultati degli ultimi anni. In aumento, dell’1,5% netto il valore aggiunto, ma a causa dell’aumento dei costi fissi, la redditività delle aziende scende dell’1,3%.

L’andamento per provincia
La provincia che “pesa” di più in termini di Plv è quella di Ferrara con un valore di 665, 16 milioni di euro. Seguono Modena (588,35), Forlì-Cesena (576,73 milioni) e Ravenna (569,66).

L’industria alimentare
La localizzazione geografica di imprese dell’industria alimentare emiliana attribuisce diversi primati. Parma guida con 1062 ragioni sociali, quota il 22% del totale regionale. Seguono Modena (17,4%), Reggio Emilia e Bologna (13%). Se si fa riferimento alle imprese artigiane del settore, ancora Parma in testa (19,6%) con 645 aziende davanti a Modena (16,1%) e Bologna (14,7%). La distribuzione delle imprese industriali trova in Parma, Modena e Reggio Emilia (rispettivamente 27,8%, 20,4% e 13,5%) la concentrazione del 61,7% delle imprese che con Bologna (9,1%) arrivano al 70,7% totale.

Crescono gli agriturismi
Anche in Emilia-Romagna il turismo in campagna è sempre più apprezzato. Nel 2013 infatti il numero degli agriturismi è cresciuto del 5% (+53 unità) per un totale di 1.095 aziende attive. La stima del fatturato complessivo ammonta a 153,5 milioni di euro e conferma come l’attività agrituristica sia una valida opportunità per incrementare il reddito agricolo e l’importanza della multifunzionalità.

Il credito agrario: in aumento Bologna e Ferrara

Una leva importante del settore è il credito agrario che nel 2013 è stato è pari a circa 5.575 milioni di euro rappresenta il 12,7% del totale nazionale e il 3,2% dei 173 miliardi di euro di credito totale regionale (Italia 2,3%). Tra le realtà provinciali si segnalano Bologna (+10%) e Ferrara (+6,6%) per una crescita elevata, un crollo deciso invece caratterizza Ravenna (-10%).Il credito agrario in sofferenza è pari a 345 milioni di euro: 6,2% del credito agrario regionale (10,4% in Italia).

L’incontro è stato aperto dall’intervento del segretario generale della Camera di commercio di Rimini, Maurizio Temeroli (nella foto) a cui sono seguite le relazioni dei professori Stefano Boccaletti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Roberto Fanfani dell’Università degli Studi di Bologna che hanno illustrato i dati del Rapporto, una vera e propria “fotografia” ricca di informazioni, valutazioni e indicazioni per gli operatori del settore. Sono intervenuti inoltre, Sauro Sarti, Dirigente Agricoltura della Provincia di Rimini e Valter Vannucci, Direttore Centro Agro Alimentare Riminese Spa.