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Lavoro Rimini

Sanatoria: solo 670 domande. L'Ass. Arcobaleno: 'Rimasti fuori i due terzi'

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mer 17 ott 2012 16:01 ~ ultimo agg. 00:00
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Domande a picco a Rimini per l’ultima regolarizzazione dei lavoratori stranieri in nero voluta dal Ministero dell’Interno e scaduta lunedì scorso: presentate 670 domande, nella sanatoria precedente, nel 2009, erano state oltre 1900. E l’incertezza nell’interpretazione della normativa potrebbe comportare in alcuni casi la bocciatura delle pratiche. 600 delle domande riminesi sono di colf e badanti. A livello nazionale sono state presentate in tutto circa 134mila richieste. I numeri in calo erano stati pronosticati già alla vigilia dell’operazione dalle associazioni che sui territori si occupano di integrazione straniera. Due i principali fattori critici: il dover dimostrare di essere già presenti in Italia prima del 31 dicembre 2011 e i costi. Il datore di lavoro, o le famiglie per le badanti, dovrebbero pagare una tassa di circa mille euro: un onere che spesso, pur di avere il permesso, sono costretti ad accollarsi gli stessi lavoratori stranieri.

C’è poi un altro fattore che ha fatto sì che restassero di fatto fuori settori come quello dell’edilizia. Spiega Massimo Spaggiari, vicepresidente dell’Associazione Arcobaleno di Rimini, anch’essa impegnata nella consulenza ai datori di lavoro per la presentazione delle domande di regolarizzazione: “Mentre per colf e badanti è stata riconosciuta la possibilità di regolarizzazione anche per il part-time, per gli altri settori era richiesto il tempo pieno. Cosa che oltretutto non esiste nel campo dell’edilizia per esempio”.

E a Rimini, come a livello nazionale, si registra un fenomeno: sono sempre più i privati a presentare la domanda, al posto di patronati, consulenti del lavoro, comuni. E’ successo per circa i due terzi delle domande. Da una parte le pratiche on-line sono più accessibili che in passato, e poi si segnalerebbe una fioritura di uffici di consulenza privati. Se al momento alle associazioni non sono arrivate segnalazioni di possibili truffe, ci sono però alcuni punti di incerta interpretazione della legge che potrebbero rischiare di comportare il rifiuto di una parte delle pratiche presentate in provincia all’atto delle verifiche da parte dello Sportello Unico per l’Immigrazione. “E’ una norma scritta male, tecnicamente. Il termine usato è ‘documentazione derivante da organismi pubblici’ per dimostrare la presenza in Italia alla data indicata. E’ un termine vago e equivoco. Per esempio documenti tipo dichiarazioni di medici, oppure provenienti da consolati esteri (in base a cui sono state presentate in diversi casi le domande) saranno valutate positivamente o negativamente a discrezione della pubblica amministrazione” dice Spaggiari.

In teoria le nuove disposizioni per l’emersione dovrebbero contrastare il lavoro nero con pene più severe per lo sfruttamento del lavoro straniero. Ma i casi come quello del forno fantasma chiuso ieri dai carabinieri a Coriano sono destinati a rimanere secondo l’Associazione Arcobaleno. Osserva il vicepresidente dell’Arcobaleno: “Continueremo ad avere questa presenza di nero. Io valuto che i due terzi dei lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno non hanno potuto usufruire di questa regolarizzazione. Siamo ancora in presenza di questo equivoco per cui a fronte di una dichiarata volontà di affrontare questo problema, poi nei fatti le norme e le prassi vanno in direzione contraria”.

(Newsrimini.it)