Ritrovato senza vita il corpo di Renato Pecci, il pescatore disperso in mare
Le speranze per Renato Pecci erano già minime ieri alle 18, quando si sono dovute sospendere le ricerche a causa dell’oscurità. La certezza che il 46enne pescatore riminese ha perso la vita in mare è arrivata questa mattina poco dopo le 8, quando un altro peschereccio, il Gianluca, ha trovato il corpo, impigliato nelle nasse. Si avvalora così l’ipotesi che l’uomo sia caduto in acqua accidentalmente durante la manovra di retromarcia, rimandendo impigliato in una nassa. Una cime tagliata rimasta sulla barca testimonierebbe l’ultimo disperato tentativo di salvarsi. Una volta in acqua, impossibile sopravvivere per più di pochi minuti. Questa mattina, la certezza delle terribile fine che ha gettato nello sconforto i familiari, a partire dalla madre e dalla compagna, da cui aveva avuto un figlio. Alle 9.15 l’arrivo del corpo in porto, trasportato da una motovedetta della Guardia Costiera, con la straziante prassi del riconoscimento.
Una volta lanciato l’allarme per la scomparsa di Pecci, dopo che ieri a mezzogiorno non era rientrato e la sua Namaste I, piccola barca da sette metri e mezzo, era stata trovata da altri pescatori a un miglio e mezzo dalla riva con la retromarcia innestata e senza nessuno a bordo, in molti si erano attivati: Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, sub volontari e gli stessi pescatori. Anche loro, oggi, sconvolti dalla disgrazia.
(nella foto Newsrimini.it, la barca di Pecci)