Visita pastorale del Vescovo Lambiasi: le parrocchie di Mondaino e Montegridolfo


Lo speciale di Icaro Rimini Tv:
Il programma:
Lunedì 23 novembre: ore 20.30 Serata di Preparatoria alla visita pastorale, con veglia di preghiera a Mondaino sul tema “LA COMUNIONE,…e di Me sarete testimoni…”
“Mille voci un solo coro” con video proiezione.
Martedì 24 novembre: ore 16.00
Arrivo del Vescovo e collocquio personale con i parroci don Giorgio e don Dino e con chi desidera parlare con il vescovo
ore 19.00 Incontro e Cena con il consiglio Pastorale interparrocchiale
ore 21.00 In Chiesa a Mondaino per tutte le comunità di Mondaino e Montegridolfo:
Assemblea pubblica con Liturgia della Parola,
presentazione della relazione sulla vita delle comunità parrocchiali, intervento del Vescovo.
Mercoledì 25 novembre: ore 9.00
Il Vescovo celebra Messa al Santuario di Trebbio di Montegridolfo
ore 10.00 Visita agli ammalati che lo desiderano e alla casa di riposo di Mondaino
ore 13.00 Pranzo presso la casa famiglia Papa Giovanni XXIII di Montegridolfo
ore 16.00 Incontro nella chiesa parrocchiale di Mondaino con tutti i ragazzi delle scuole e dei gruppi giovanili di Mondaino e Montegridolfo. Scout, Oratorio, Catechismo, genitori, insegnanti, catechisti, animatori…
ore 17.00 Incontro con le suore Maestre Pie e visita del palazzo Renzi
ore 18.00 Incontro del vescovo con le amministrazioni locali a Montegridolfo
ore 19.30 Cena con le amministrazioni a Mondaino
Giovedì 26 novembre:
ore 09.00 Il Vescovo celebra Messa presso la Chiesa Parrocchiale di S.Pietro di Montegridolfo
ore 10.00 Il Vescovo visiterà tutte le chiese del territorio parrocchiale di Mondaino e Montegridolfo
ore 13.00 pranzo presso la comunità di San Pietro
Sabato 28 novembre:
ore 15.30 Inaugurazione e Benedizione del nuovo plesso scolastico di Montegridolfo
ore 18.00 Celebrazione della Santa Messa a Mondaino a conclusione della visita pastorale.
Al termine della Santa Messa, Benedizione della nuova immagine dedicata alla Beata Elisabetta Renzi nel 150° della sua nascita al cielo.
La scheda storica.
A Mondaino la storia della parrocchia di San Michele Arcangelo inizia con la chiesa di sant’Apollinare che sembra risalire al VII-VIII secolo. Pieve per qualcuno, anche se non esistono testimonianze in tal senso, Sant’Apollinare è parrocchia di Mondaino fino a metà del 1600 ed è stata riferimento principale per tutto il territorio almeno fino al 1700. Difficile stabilire l’anno preciso in cui San Michele Arcangelo diventa parrocchia. Si può pensare che ad un certo punto la popolazione, probabilmente stanca di percorrere circa due miglia per partecipare alle funzioni, decide di adottare questa chiesetta all’interno delle mura. Trasformazione in chiesa cristiana di un tempio pagano dedicato a Diana, la dea della caccia.
Mondaino è noto anche per i suoi conventi: il convento dei Francescani risale al XII secolo e si trova poco fuori dal centro a Formosino. Qui vestì il saio Lorenzo Ganganelli, divenuto poi pontefice con il nome di Clemente XIV. Il convento delle Clarisse, ormai diroccato, si trova invece nel centro storico e si può scorgere anche grazie alla caratteristica chiesa che si affaccia sulla strada principale. Il convento ospitò la Beata Elisabetta Renzi, fondatrice delle Maestre Pie dell’Addolorata.
La Chiesa di S. Michele Arcangelo è la più importante del paese, costruita nel settecento, e ospita alcune tele interessanti di scuola marchigiana risalenti al XV e XVI secolo.
Battaglie e assedi spinsero gli abitanti di Mondaino a dotarsi di una potente cerchia di mura, fortificata da tredici torrioni e da una rocca definita imprendibile. Medioevo e Rinascimento rappresentano i periodi più intensi di queste battaglie con personaggi come Sigismondo Pandolfo de’ Malatesti che ne fece uno caposaldo della sua politica di espansione territoriale.
Anche a Montegridolfo storia civile ed ecclesiastica si intrecciano.
Il toponimo del castello sembra trarre origine dall’antica famiglia riminese dei Gridolfi che a partire dal XIII secolo si stabilì sulle colline tra la Romagna e le Marche. Come altre nobili famiglie guelfe cittadine, in età comunale i Gridolfi si schierarono dalla parte della Chiesa, così che secondo alcuni storici Monte Gridolfo sarebbe la trasformazione dell’originario nome del luogo, Monte Guelfo. La prima notizia certa su Montegridolfo riguarda la sua appartenenza all’Abbazia di S. Pietro di Rimini, siamo nel 1148. Nel 1288, il castello è assalito dalle milizie dei vicini Comuni di Mondaino e Saludecio: la cronaca riferisce l'”abbruciamento di libri e di paramenti sacri, e furono insieme rubate e guaste case, cantine, e selve”. Il castello è di nuovo saccheggiato nel 1336: questa volta non a causa delle lotte tra i Malatesta e i Montefeltro, ma per scontri interni alla stessa casata malatestiana.
Ai piedi delle mura sorge la piccola chiesa di S. Rocco, costruita nel 1427 e dotata di un bel portale a ogiva di ispirazione gotica. Custodisce una splendida tela di Guido Cagnacci, uno dei protagonisti del Seicento. Il quadro appartiene alla sua fase giovanile (1617-23) e raffigura la Madonna col Bambino adorata dai Santi Rocco, Giacinto e Sebastiano.
Verso valle s’incontra la chiesa di S. Pietro, di origine antichissima ma ricostruita dalle fondamenta dopo i danni della seconda guerra mondiale: conserva un bell’affresco di anonimo del XV sec. Infine, in località Trebbio sorge il santuario della Beata Vergine delle Grazie, innalzato all’indomani dell’apparizione della Madonna nel 1548 e meta di pellegrinaggi dalla Romagna e dalle vicine Marche.
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Le pagine del settimanale Il Ponte:
Quattro chiacchiere su tre parrocchie con due parroci: don Dino Gabellini a San Pietro
di Montegridolfo e don Giorgio Budellini a Mondaino e Trebbio di Montegridolfo
Tre parrocchie e tante chiese
DUE AMMINISTRAZIONI comunali, tre parrocchie, 2500 abitanti circa, più di 200 stranieri… Due centri storici medioevali di straordinaria bellezza e oculata conservazione, piccole frazioni sul territorio tappezzato di uliveti, un po’ di artigianato e di piccola industria, molte chiese e un santuario… Stiamo parlando della realtà socio-politica di Mondaino e Montegridolfo, in questi giorni interessata dalla visita pastorale del Vescovo.
Tre parrocchie e due parroci: don Dino (Leonardo) Gabellini a San Pietro di Montegridolfo e don Giorgio Budellini a Mondaino e Trebbio di Montegridolfo.
“Per la verità – precisa don Giorgio – io sono parroco di S. Michele Arcangelo in Mondaino e Amministratore parrocchiale di Santa Maria delle Grazie a Trebbio di Montegridolfo, santuario della Madonna dal tempo delle apparizioni nel 1548”.
Don Giorgio è su queste colline dal settembre del 2005, ereditando il lavoro pastorale da don Massimo Sarti. Dopo la scomparsa di don Enrico Calisesi, per tanto tempo parroco a Mondaino, ha sistemato la canonica ed ha preso residenza qui.
“Sono venuto ad abitare a Mondaino, dopo un periodo vissuto a Trebbio, perché è il centro più grande e popoloso e perché si trova un po’ più al centro del territorio che devo servire, scendendo da una parte fino a Montespino e dall’altra fino al Trebbio”.
Don Dino Gabellini invece è a San Pietro, parrocchia storica di Montegridolfo, da una vita, da ben 58 anni.
“Ne ho vissute di vicende con la mia gente! Ne ho viste di persone nascere e morire! Posso dire di aver battezzato i figli di tre generazioni: oggi sto battezzando i figli dei figli di chi ho battezzato 50 anni fa”.
Su un territorio vasto complessivamente una trentina di chilometri quadrati e cosparso di chiese, una volta parrocchie, ci sarà da correre per tutti e due.
“In questo periodo – dice don Giorgio – sto tentando di unificare il più possibile l’attività pastorale, concentrandola nei due centri di Mondaino e Trebbio, senza trascurare le altre frazioni di Laureto, Montespino e Cerreto. Certamente è un lavoro difficile quello di educare la gente a spostarsi nei centri di capoluogo, dove si possono svolgere meglio la liturgia domenicale e le attività pastorali, pur garantendo alle realtà limitrofe la festa annuale, il mese di maggio curato dai laici, la messa annuale nei rispettivi cimiteri… Comunque per dare a tutti la possibilità di partecipare alla messa domenicale celebro una messa vespertina e una messa domenicale a Mondaino, una messa domenicale nelle frazioni di Laureto, Cerreto e Montespino a rotazione, e due messe domenicali a Trebbio”.
“Per quel che posso – interviene don Dino – io garantisco il servizio religioso e la cura pastorale alla mia parrocchia di San Pietro, celebrando la messa domenicale anche nella chiesetta del castello e a Meleto”.
Più che per la messa domenicale il problema più impegnativo sarà quello di aggregare le famiglie, i bambini, i ragazzi per le altre attività, per esempio per il catechismo.
“Tutto sommato, per il catechismo ormai le cose sono abbastanza ben avviate. I bambini di Trebbio e Mondaino fanno catechismo insieme e celebrano insieme anche i sacramenti: un anno in una chiesa e l’altro nell’altra. Anche per il sacramento della Riconciliazione è facile coi bambini, perché normalmente li posso confessare a margine dell’incontro di catechismo settimanale. Più difficile invece aggregare i giovani… ma non tanto per la dislocazione del territorio, bensì per le problematiche relative al mondo giovanile di oggi. La maggioranza della gente, ed i giovani in particolare, fa fatica a sentire il bisogno di riconciliarsi con Dio, con il prossimo e con se stessi, attraverso il sacramento del perdono”.
Più piccola e anche territorialmente più compatta è la realtà di San Pietro.
“A San Pietro, per i sacramenti dell’Iniziazione cristiana, dedichiamo un periodo di preparazione prima della celebrazione della Prima Comunione e della Cresima. I pochi ragazzi che ci sono li seguo io personalmente, con l’aiuto di una brava catechista. Una cosa che mi piace segnalare della mia parrocchia è la presenza di ben due Circoli Acli (a San Pietro e a Meleto), che aggregano tanta gente nei momenti di distensione e relax. Qui ho la possibilità di incontrare, in maniera semplice e informale, tanti adulti, uomini soprattutto. E sono questi circoli che tengono vive alcune feste e organizzano incontri e dibattiti”.
Noto che Trebbio, Mondaino e San Pietro hanno preparato un’unica relazione in occasione della Visita Pastorale. Come avete fatto?
“Questa Visita Pastorale – è don Giorgio che precisa – è stata per me l’occasione per lavorare un po’ più insieme coi due Consigli Pastorali, tanto che abbiamo deciso di formarne uno solo, dal momento che le problematiche da trattare sono assai simili. Forse, di tanto in tanto, il Santuario di Trebbio richiederà qualche momento di particolare attenzione, ma per quel che riguarda il lavoro pastorale in generale possiamo benissimo stare insieme”.
“La relazione di don Giorgio e del suo Consiglio Pastorale – precisa don Dino – risponde perfettamente anche alle mie problematiche. Così dopo averla letta e aggiunto qualche particolare, l’ho sottoscritta senz’altro anch’io. Poi c’è da dire che questa parrocchia è destinata a diventare un tutt’uno con la realtà di Trebbio e Mondaino, perché i miei anni continuano ad aumentare e non ho più le energie necessarie per rispondere a tutto”.
Arrivando su queste colline per la prima volta, desta una certa perplessità il constatare la presenza di tre Comuni (Saludecio, Mondaino e Montegridolfo) a brevissima distanza l’uno dall’altro. E si può immaginare un certo campanilismo. E tra voi preti, compreso quello di Saludecio, c’è collaborazione?
“Per quanto è possibile, e senza provocare la suscettibilità della gente, cerchiamo di realizzare alcune cose insieme. La realtà scout, per esempio, è una iniziativa che coinvolge tutte e tre le parrocchie: abbiamo i Lupetti a Trebbio, il Reparto a Saludecio ed il Noviziato e Clan a Mondaino. Anche la Caritas vede una collaborazione interparrocchiale. Inoltre viviamo, nell’arco dell’anno, diverse esperienze insieme, proposte dalle parrocchie e che mirano a far incontrare la gente anche fuori dei contesti liturgici: le feste dei Patroni, le tombole di Natale, la festa dell’Epifania, il Carnevale itinerante sulle piazze dei tre paesi… Poi ci sono le iniziative dei Comuni e delle Pro Loco che attirano gente da tutte le parti: il Palio del Daino, il Latinus Ludus, la sagra del tartufo e del formaggio di fossa, il raduno delle Bande musicali…”.
Mi risulta che nella tua parrocchia hai la presenza delle Maestre Pie e della Comunità Papa Giovanni.
“Anche se si tratta di una delle ultime comunità fondate dalla beata Elisabetta, le Maestre Pie sono presenti a Mondaino dal 1856. Oggi vivono nella stessa casa che fu della famiglia Renzi e la loro presenza è un dono prezioso per tantissime attività parrocchiali: dal catechismo alla liturgia, dalla visita ai malati alla preghiera di adorazione, dagli incontri di spiritualità elisabettiana alla cura della chiesa e del coro…
Quanto alla Casa famiglia della Comunità Papa Giovanni, anche se si trova nel territorio parrocchiale di don Dino, è per tutti noi un esempio e uno stimolo di carità reale e vissuta.
A Mondaino invece è nata un’altra associazione di volontariato che merita attenzione: il gruppo “Cuore e Fantasia”, nata in seguito alla malattia di un ragazzo, e l’associazione “Maria Grazia Galanti” che si occupa di piccoli servizi verso gli anziani. È auspicabile che la Casa Famiglia e questo gruppo riescano a contagiare i giovani nell’amore per gli ultimi per uscire da un individualismo soffocante e, a lungo andare, mortale”.
Sul tavolo di don Giorgio vedo un colorato giornalino dal titolo: Vita Parrocchiale.
“È un piccolo strumento trimestrale, al terzo anno di vita, che ci serve per mantenere i contatti con tutti. Arriva infatti in tutte le case mediante i messaggeri ed è molto apprezzato, per la maggioranza della gente per le notizie e le comunicazioni della vita parrocchiale, e per qualcuno anche per la curiosità”.
Il moderno areopago, di cui parlò a suo tempo papa Giovanni Paolo II a proposito dei mezzi di comunicazione di massa, potrebbe diventare anche per Mondaino e Montegridolfo questo nuovo strumento pastorale, capace di dare respiro spirituale ad una comunione più ampia di persone e di comunità.
Egidio Brigliadori