Infortuni sul lavoro. Il 2006 un anno nero per Rimini secondo dati INAIL
Un dato che conferma il trend di crescita che si registra già da un triennio. Impennata anche per gli infortuni mortali denunciati: ben 14 nel 2006 a fronte degli 8 del 2005 e dei 5 del 2004. Cinque i cosiddetti infortuni in itinere (nel tragitto casa – lavoro ) e cinque riguardano invece lavoratori extra comunitari, una delle categorie più a rischio. Dati che confermano alcuni dei principali problemi legati al territorio: il precariato e la mobilità. A contribuire all’elevato numero di infortuni in itinere sono poi la frammentazione produttiva e dei servizi, il sistema delle forniture esterne alle imprese, la produzione “giusto in tempo” che determina un uso intensivo dei mezzi di trasporto e delle strade e la mancata razionalizzazione delle aree produttive e di adeguati servizi ai lavoratori.
L’analisi settoriale evidenzia che il fenomeno si attenua in agricoltura e nell’industria, mentre le costruzioni, dopo il calo del 2005, hanno registrato 35 incidenti in più. In crescita, per il terzo anno consecutivo, anche il comparto dei servizi, più 3,5% rispetto al 2005.
“I dati sugli infortuni dovrebbero però migliorare nel 2007 – ci ha speigato Graziano Urbinati della Cgil – anche se ancora non ci sono numeri ufficiali.”
Per combattere questo fenomeno, oltre al Testo Unico approvato ieri in Parlamento, si sta lavorando a livello locale.
Per rilanciare la cultura del lavoro e della sicurezza la Cgil suggerisce di predisporre momenti di informazione attraverso ore aggiuntive di assemblee nei luoghi di lavoro per una maggiore sensibilizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. In questa direzione si inserisce il protocollo sulla formazione dei lavoratori dell’edilizia ed extra comunitari firmato recentemente in provincia, “che però – ricorda Urbinati – deve diventare esigibile”.
Occorre poi, secondo il sindacato, il rilancio nella contrattazione aziendale, delle condizioni di lavoro e l’organizzazione del lavoro per cogliere le possibilità di miglioramento della qualità del lavoro, salute e sicurezza, per poter affrontare il governo contrattato del tempo, che rappresenta uno dei fattori di stress e di fatica più rilevanti.
I dati non tengono poi conto del sommerso, molto diffuso nel riminese, e delle mancate denunce. La Cgil ricorda infatti i casi di lavoratori che sotto ricatto datoriale denunciano una malattia anziché un infortunio.