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Una tassa di scopo per guarire l'Adriatico. Le proposte della CGIL

In foto: Una tassa di scopo rivolta agli operatori del settore turistico balneare per realizzare progetti di risanamento nel mare. Una proposta- provocazione, quella del riminese Roberto Battaglia, della Cgil, che ha portato la salute del nostro mare dal dimenticatoio al centro delle cronache.
Una tassa di scopo rivolta agli operatori del settore turistico balneare per realizzare progetti di risanamento nel mare. Una proposta- provocazione, quella del riminese Roberto Battaglia, della Cgil, che ha portato la salute del nostro mare dal dimenticatoio al centro delle cronache.
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gio 15 lug 2004 19:08 ~ ultimo agg. 00:00
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Perchè sebbene quest’anno la mucillagine non sia affiorata in maniera persistente, non bisogna abbassare la guardia: questo l’appello che il rappresentante della Cgil ha lanciato a Mantova, durante il convegno “Il Po, l’Adriatico e il turismo”, che proseguirà anche domani. Quale occasione migliore per esporre i punti di criticità del nostro mare? Fondali bassi, elevata temperatura delle acque nella stagione estiva ed elevata quantità di apporti, talvolta inquinati, provenienti dal Po.
“Una grande area particolarmente a rischio ambientale – sottolinea Battaglia- dove le maggiori criticità, per quanto riguarda l’Adriatico si sono evidenziate già a partire dal 1975, con intense fioriture di microalghe, e con tutta la sua drammaticità nell’estate del 1989 con profonde modificazioni anche dell’ecosistema marino”.
Per prima cosa occorrerebbe adottare in tempi brevi soluzioni per contrastare il fenomeno dell’eutrofizzazione e delle mucillagini, che per quanto parzialmente sotto controllo costituiscono un grave problema per due tasselli fondamentali all’economia come turismo e pesca. Come agire? Dimunendo le immissioni in mare, diffondendo un’agricoltura a basso impatto ambientale e coinvolgendo l’intero bacino del Po, dando il là al “piano per la lotta all’eutrofizzazione dell’autorità di bacino” che prevede la realizzazione di nuovi depuratori e campagne per ridurre le potenzialità inquinanti dei detersivi.
“Tutela del mare, tutela dell’ambiente, significa anche pensare a ingenti risorse finanziarie da destinare in questa direzione- continua Battaglia- Perchè non pensare allora, nell’ambito di un vero federalismo fiscale, a regioni e comuni che, in autonomia, possono prevedere apposite imposte di scopo rivolte agli operatori del settore da destinare a progetti di sostenibilità ambientale?”.
“Fare impresa” non va valutato solo ai fini della produzione di ricchezza materiale, ma anche e soprattutto in termini sociali, come contributo dell’impresa al miglioramento della qualità sociale e alla promozione di uno sviluppo davvero sostenibile e durevole.