Liboni, caccia senza tregua dopo la sparatoria di Roma

Intorno alle 10 un uomo, che gli inquirenti non hanno dubbi essere Liboni, ha reagito a colpi di pistola a un controllo da parte della polizia in via delle Terme di Diocleziano, tra le bancarelle di un mercato nei pressi della stazione Termini.
Gli agenti lo avevano fermato per la sua somiglianza alla foto segnaletica diffusa dopo l’omicidio di Giorgioni. Dopo aver fatto fuoco, mirando al corpo degli agenti che hanno schivato per poco le pallottole, Liboni è fuggito a piedi e, all’altezza di piazza Esedra, si è impossessato di una Ford Fiesta con a bordo un uomo e due bambini, facendosi trasportare per alcune centinaia di metri.
Poi è entrato in una stazione della metropolitana, dileguandosi tra la folla. La linea su cui è salito è stata bloccata, ma Liboni probabilmente era già sceso e fuggito. A prova del fatto che l’uomo che ha seminato il panico nella zona della stazione Termini sia veramente Liboni, la mano fasciata, particolare noto agli inquirenti, e il tipo di arma, una 38 Special, la stessa usata nell’omicidio di Sant’Agata.
La Procura di Roma lo ha inserito nel registro degli indagati per tentato omicidio, porto abusivo di armi e sequestro di persona. A Roma e Provincia la caccia a Liboni ha impegnato, subito dopo la sparatoria, fino a 500 uomini. Si stanno esaminando anche i filmati delle telecamere della metropolitana. Le ricerche proseguono ad ampio raggio, su strade e treni, fino al ternano.
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