Anziani soli, obiettivo vulnerabile: come difendersi dai malintenzionati
Si spacciano per funzionari di qualche ente, benefattori o semplicemente venditori. Sanno come rendersi credibili e, purtroppo, hanno pochi scrupoli. Sono i truffatori specializzati in anziani, preferibilmente soli: molti battono l’Italia di città in città, e colpiscono anche in Riviera.
Spesso dicono di essere stati inviati da un ente pubblico o privato, e mostrano di sfuggita un tesserino.
Dicono di dover fare verifiche, e mettono sotto pressione la vittima prospettando rischi seri in caso di irregolarità. Un classico è il sedicente controllo della validità di banconote.
Oppure propongono acquisti a prezzi favolosi o guadagni sicuri. Possono essere anche in due: uno distrae la vittima, l’altro si dedica al furto.
Per difendersi, non bisogna aver paura di esagerare in prudenza. La diffidenza verso gli estranei non è mai troppa: occorre sempre controllare dallo spioncino, e al massimo aprire senza togliere la catenella.
Se insistono, è meglio rimandare la loro visita a quando in casa ci può essere qualcun altro. Se citano un ente o un ufficio, si deve controllare con una telefonata. Diffidando, naturalmente, dei numeri che sono loro stessi a fornire.
Mai dare soldi: gli enti pubblici non possono riscuotere denaro nelle case dei cittadini. Evitare anche qualsiasi firma, per non finire in trappole da cui si rischia di non uscire più. Se durante il colloquio aumentano i sospetti, l’ideale sarebbe non perdere la calma e far uscire l’intruso.
Ma non sempre un anziano è in grado di tener testa a persone più giovani e spregiudicate: per questo è utile avere a portata di mano i numeri di chi può venire in aiuto, in primis le forze dell’ordine.