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Naufragio dell’Aquilon: oggi cominciano gli interrogatori

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Lun 18 Ago 2003 09:13
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Ieri, al largo di Cesenatico, Gatteo Mare, Bellaria, a cinque miglia dalla costa e molto più a sud rispetto all’area dove erano stati rintracciati i naufraghi, sono stati recuperati numerosissimi pezzi dell’imbarcazione affondata; assi di legno, il ponte, lavandini, il frigorifero da pesce che ha salvato la vita a un turista veronese, i galleggianti usati dai pescatori.
Un’ingente quantità di materiale che però non dovrebbe avere immediata rilevanza per le indagini, poiché si tratta di sovrastrutture.
Non è invece ancora stato individuato il punto esatto dove si trova (a 14 metri di profondità) il relitto dell’Aquilon. Oggi entreranno in azione anche i sommozzatori del nucleo di San Benedetto del Tronto, che utilizzeranno apparecchiature molto sofisticate.
Solo il recupero di ciò che resta dell’imbarcazione potrà portare agli accertamenti per determinare responsabilità e cause del disastro. La magistratura ha aperto un fascicolo (formalmente contro ignoti) per naufragio colposo, e per ora non sono stati notificati avvisi di garanzia.
L’equipaggio era composto da tre persone, con il comandante –
armatore e rappresentante legale Roberto Magnani, che si trova ancora in ospedale, essendo rimasto intossicato dal gasolio. Insieme a lui, al “Bufalini” di Cesena, resta ancora Alberto Pedrini, il turista-pescatore che aveva accusato problemi di cuore. Entrambi non sono in condizioni preoccupanti.
Il fatto che la motonave (un’ex motovedetta inglese del ‘43) fosse omologata per 22 persone, e a bordo ce ne fossero invece
41, porterà a una sanzione amministrativa di 100 euro a persona in esubero, ma soprattutto potrebbe avere rilevanza notevole per ricostruire il fatto e quindi determinarne le responsabilità.
Una coincidenza: il vicecomandante dell’”Aquilon”, Marco Regine, ex sottufficiale della Marina, aveva già vissuto quattro anni fa l’esperienza di un naufragio. Nel novembre ‘99, infatti, Regine – ricorda il “Resto del Carlino” – si trovava con il comandante a bordo della motonave “Guidarello”, in navigazione tra Cesenatico e Marina di Ravenna. Una violenta burrasca investì lo scafo, che da una falla cominciò a imbarcare acqua: Regine fu salvato, il comandante abbandonò la motonave poco prima che naufragasse.

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