Sgarbi: the day after


E’ ripartito intorno alle 18; con grande energia e con un ritmo forsennato, ha visitato il Duomo di Rimini (troppo chiassosi i colori dei restauri, “effetto gesso” a causa dei restauri per alcune delle statue, e soprattutto da spostare, a suo parere, il nuovo altare maggiore). Sgarbi ha incontrato in Prefettura con il vicario della Diocesi, mons. Aldo Amati. Brutto, bruttissimo, sempre a parere di Sgarbi, anche il nuovo arredo di piazza Tre Martiri, e inutili le “finestre” che si aprono nella pavimentazione per lasciare spazio all’antica strada romana, e da riaprire la diga che blocca l’invaso sotto il ponte di Tiberio. Ha giudicato poi un orrore l’anfiteatro (con lui, Gioenzo Renzi, che ha presentato un esposto sulla costruzione del muro in abuso edilizio), e infelice la sua collocazione a causa della presenza dell’asilo svizzero. Troppo moderni alcuni interventi dentro Castel Sismondo, in particolare l’ascensore; e per la ricostruzione del Teatro Galli, Sgarbi ha sottolineato come la scelta del progetto da mettere in cantiere per il restauro spetti esclusivamente al ministero, e non alla giunta o al consiglio comunale. Quindi, si è pronunciato per il restauro filologico, del teatro com’era e dov’era. Soddisfatto, Giovanni Rimondini, di Rimini città d’arte, uno dei fautori del progetto originario dell’architetto Poletti, cha ha accompagnato in veste di “avvocato del diavolo” Sgarbi per tutti il percorso.