Un migliaio di persone in piazza per denunciare la follia del massacro di Gaza


Una fiaccolata silenziosa per dire basta al massacro che si sta consumando a Gaza. Circa un migliaio di persone si sono ritrovate alla vigilia della festa della Repubblica in piazza Cavour a Rimini per "Nella notte della democrazia", l'iniziativa promossa dalla giornalista Paola Caridi. Un gesto potente nella sua semplicità con i nomi dei bambini morti letti per una lunga, interminabile, ora. I loro nomi erano stati scritti anche sui flambeau. Alle 22 le luci principali della piazza si sono spente e alle 22.05 è stato diffuso l'audio dell'artista Alessandro Bergonzoni "Esercitazione di immedesimazione": 3 minuti con sirene simboliche e un testo che invita all'immedesimazione con le vittime di guerra, un'opera d'arte sonora che crea un momento di profonda immedesimazione collettiva.
"Avevamo portato in piazza 900 candele con i nomi dei bimbi scritti sopra, in tanti sono rimasti senza, segno della grandissima partecipazione. E' stato un momentio di grande intensità e toccante, vissuto in religioso silenzio - spiega Jonhatan Montomoli, uno dei promotori -. Al termine abbiamo ringraziato tutti per la partecipazione e abbiamo detto che continueremo a denunciare il genocidio che si sta compiendo con altre iniziative. Abbiamo ricordato la scelta del presidente della Regione De Pascale, rilanciata anche dal sindaco di Rimini, di rompere ogni rapporto istituzionale con Israele e che ora sta a noi metterlo in pratica, con le scelte che riguardano ad esempio le forniture di farmaci, di tecnologia".
"La crisi umanitaria a Gaza - spiegano i promotori - ha raggiunto livelli senza precedenti, con numeri ormai tristemente noti. A questi si aggiunge la recente revisione del sistema di distribuzione degli aiuti alimentari, con un piano USA-Israele che bypassa le agenzie umanitarie internazionali affidando la gestione a contractor militari americani, definito dall’ONU “una deliberata opera di distrazione”. La nuova organizzazione costringe migliaia di persone a inerpicarsi per chilometri attraverso le zone controllate dall’esercito israeliano, richiedendo, tra le altre cose, il riconoscimento biometrico e rischiando di accelerare quel processo di sfollamento dal Nord verso il Sud di Gaza che, secondo molti, rappresenta un obiettivo non dichiarato di Tel Aviv. In questo contesto, il direttore esecutivo della Gaza Humanitarian Foundation si è dimesso denunciando l’impossibilità di rispettare i principi umanitari di neutralità e indipendenza. Mentre le democrazie occidentali rimangono inerti, a Gaza si consuma un genocidio che tradisce i valori fondanti delle nostre Costituzioni".
Significativa la scelta della data: "La notte tra il 1° e il 2 giugno, festa della Repubblica, acquisisce un significato simbolico potente: celebrare la Costituzione significa attuarla, e l'articolo 11 ci impone il ripudio della guerra. Di fronte a un genocidio in corso, il silenzio delle istituzioni democratiche tradisce i valori fondanti della nostra Repubblica".