Servono risorse. Dove attingerle? “Dai nonni”. Una riflessione


Quando si accumulano troppi debiti in anni dissoluti, la caccia alle risorse diventa febbrile. Tagliare le spese è rischioso, troppi gli interessi coinvolti, meglio cercare soluzioni alternative. Poco meno di un quarto della popolazione italiana è over 65 ,in esponenziale crescita nei prossimi anni, è un bacino eccellente e perfetto, da cui attingere senza ricadute. Per reperire ingenti risorse “dai nonni”, non servono lungimiranti economisti, basta ridurre in modo significativo la perequazione sulle pensioni, ergo, l’adeguamento automatico al costo della vita, un automatismo, previsto per mantenere il valore reale delle rendite, visto che non hanno contratti di lavoro. Per evitare informazioni fuorvianti, è bene ricordare che questi tagli sono stati perpetrati da diversi Governi, ma attualmente particolarmente dannosi, a causa dell’imponente inflazione degli ultimi anni. Secondo alcuni studi, il contributo involontario degli anziani è stato intorno ai 10 miliardi di euro, considerando solo gli ultimi due anni! Il tutto, senza particolari battaglie, del resto, gli anziani non scioperano, ed in tanti casi, nell’immediato, è difficile comprendere il danno subito. Evidenzio peraltro, che la maggioranza dei pensionati (previdenza) ha versato oltre quarant’anni di contributi, se capitalizzati e considerando le aspettative di vita, in tantissimi casi non saranno recuperati. L’antinomia di una buona parte della narrazione in materia, che non di rado, equipara le pensioni a qualcosa di simile ad una questua dello Stato. Il danno che la riduzione della perequazione provoca è subdolo, perché non rilevabile immediatamente, solo negli anni la rendita mensile colpita perderà una buona parte del valore reale, proprio quando l’anziano, ormai vecchio, avrà ancora più bisogno di denaro, ad esempio per la sanità, sempre più privata, o per accedere ad una RSA, ove le pensioni non sono quasi mai sufficienti a coprire la retta mensile. Aggiungo un altro fattore, a mio avviso estremamente interessante. Il risparmio degli italiani è uno degli ultimi baluardi positivi di questo Paese, secondo alcune analisi, oltre la metà è detenuto da over 65, verosimilmente realizzato con una vita di lavoro, rinunce, sacrifici. L’articolo 47 della Costituzione lo tutela chiaramente, peccato che in questi anni di drammatica inflazione, nonostante gli elevati tassi sui depositi della BCE, le remunerazioni degli interessi sui conti correnti siano state generalmente non lontano dalle zero, un affare molto interessante, visti gli oltre 1.000 miliardi mediamente depositati. Tutto a norma di legge, che però nessuno ha cercato di modificare, magari, obbligando riparametrazioni proporzionali ai tassi della BCE, semplicemente, per tutelare il risparmio! Sarebbe interessante capire, se una parte significativa dei così detti extra profitti del settore creditizio provengano da questa particolare situazione, nel qual caso, i risparmiatori, tra i quali oltre la metà anziani, avrebbero involontariamente contribuito a generare “tantissime altre risorse”, anche in questo caso, nel disinteresse pressoché generale. Concludo con una riflessione. Alcuni sostengono che il nostro, non è un Paese per giovani, di certo, l’atarassia, non appare facilmente traguardabile neppure per gli anziani.
CARLO ALBERTO PARI