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Senologia Santarcangelo. Torri (Punto Rosa): rassicurazioni a voce non bastano

In foto: l’ospedale Franchini
l’ospedale Franchini
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura 5 min
Gio 10 Nov 2016 17:25 ~ ultimo agg. 19 Mag 22:36
Tempo di lettura 5 min

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Con il Piano di Riordino Ospedaliero della Romagna nulla cambia per le pazienti prese in carico per il tumore al seno, nell’ambito della provincia di Rimini. Questo hanno detto la scorsa settimana il Direttore Generale dell’Asl Romagna Marcello Tonini e il Direttore del Distretto Saverio Lovecchio nell’incontro con le rappresentanti delle Associazioni “Crisalide” e “Il Punto Rosa” che da tempo si battono affinché la senologia dell’Ospedale Franchini di Santarcangelo, fiero all’occhiello della sanità riminese e non solo, non venga depotenziata. Anche dopo l’incontro, preoccupazione e incertezze però restano per le due associazioni che, forti anche delle oltre 10mila firme raccolte in una petizione, chiedono che le rassicurazioni vengano messe nero su bianco nel progetto di riorganizzazione. “Le parole non ci bastano – spiega alla trasmissione di Radio Icaro e Icaro Tv Tempo Reale, Laura Torri dell’associazione Punto Rosaabbiamo chiesto ai vertici dell’Asl di mettere mano alla bozza. Ci chiediamo quale sia la ragione per indebolire un’eccellenza. Loro dicono che non la indeboliscono ma diventare un’articolazione di Forlì non è indebolire? La nostra mobilitazione continua.

. L’intervista integrale a Laura Torri sulla pagina facebook della trasmissione Tempo Reale

Sul futuro della senologia verte anche un’interrogazione in consiglio comunale a Rimini del consigliere Filippo Zilli di Obiettivo Civico. Nel documento il consigliere definisce il reparto del Franchini, numeri alla mano, “intoccabile” e chiede maggiore chiarezza. “La riorganizzazione – scrive – dovrebbe essere fatta per valorizzare le vocazioni proprie di ogni singolo ospedale, e non per penalizzarli. Certamente NON per costituire un’unica Unità Operativa con sede a Forlì che vedrà trasformare il reparto di Senologia di Santarcangelo in una mera succursale priva di autonomia.


L’interrogazione di Filippo Zilli

Sig. Sindaco voglio ricordarle le parole del direttore generale di AUSL Romagna Tonini: “L’operazione di riordino ospedaliero è importante e decisiva, ed è una opportunità da cogliere perché ci permetterà di rafforzare ciò che di buono è già stato fatto negli ultimi anni nei singoli territori”; e tutto questo “non comporterà grosse modificazioni per i cittadini”.
In sostanza per il caso in questione ci starebbe dicendo: Il Franchini è un eccellenza, e come tutte le eccellenze non verrà toccato, anzi verrà valorizzato ancor di più, rafforzandolo.

Poi, andiamo a vedere la bozza di riordino, e scopriamo che il reparto di Senologia del Franchini verrà progressivamente smantellato.

Oramai tutti quanti abbiamo ben chiaro di cosa stiamo parlando, ma ci tengo comunque a ribadirlo:

. Un eccellenza non solo a livello nazionale, ma europea, la cui Breast Unit è stata certificata da EUSOMA (l’ente certificatore della Unione Europea per verificare la qualità della risposta medica);
. Un luogo di formazione, che richiama professionisti da tutta Europa per specializzarsi.
. Un reparto nato nel lontano ‘94, a fronte di quello forlivese nato ben 12 anni dopo nel 2006;
. Un teaching center, capace di scoprire nuove tecniche più sane e meno dispendiose, capaci di far risparmiare all’AUSL 500 mila euro in soli 2 anni,
. Un reparto con più pazienti operati, 197 contro i 167 di Forlì nei primi 6 mesi del 2016, e la minor lista di attesa – l’87% nei primi 30 giorni.

Stiamo parlando di un qualcosa che a mio parere, e non solo a quanto vedo, dovrebbe essere definito:
INTOCCABILE

La riorganizzazione dovrebbe essere fatta per valorizzare le vocazioni proprie di ogni singolo ospedale, e non per penalizzarli.
Certamente NON per costituire un’unica Unità Operativa con sede a Forlì che vedrà trasformare il reparto di Senologia di Santarcangelo in una mera succursale priva di autonomia. E quindi le domande sorgono spontanee:
Perché depotenziare l’eccellenza, invece che valorizzarla?
Perché ridurre i posti letto da 25 a 9?
Perché costringere uno chirurgo a lavorare a giorni alterni, qualche volta a Forlì qualche volta a Santarcangelo?
Perché separare una equipe medica che lavora insieme da anni, con grande intesa e che ha sempre garantito ottimi risultati?
Quello che oggi noi consiglieri chiediamo, e che chiedono tutte le cittadine e le associazioni presenti, è un impegno da parte Sua Sig. Sindaco, un impegno a non distruggere ciò che in tanti anni di sacrifici è stato creato.
Le persone meritano rispetto, i professionisti, cioè i dottori, meritano rispetto. Non c’è spending review che tenga di fronte al diritto alla salute.

Concludo con due considerazioni:
Per caso, non è che le risorse destinate dalla Giunta Regionale all’ospedale Morgagni di Forlì siano stato eccessive – circa 10 mln e 400 mila euro già spesi e sembrerebbe altrettanti ancora da spendere – ED ORA, per giustificare tale spesa si stia operando in tal modo?

Inoltre, il dott. Lo vecchio in V° commissione ci ha spiegato che servono almeno 100 interventi l’anno per giustificare un reparto (che superiamo abbondantemente) e inoltre che bisogna (parole testuali): “CEDERE AUTONOMIA PER UN BENE SUPERIORE”. Il dott. Lo Vecchio però sembra non voler capire che è proprio grazie a quella autonomia che il reparto di Senologia, con il dott. Samorani, è diventato un eccellenza riconosciuta in tutta Europa.

Oltre a questo ci è stato detto che l’accentramento all’ospedale di Forlì avverrà solo ed esclusivamente in base ai dati forniti dalla AUSL Romagna sul numero di interventi sostenuti dai due ospedali. Questi numeri però paiono strani: com’è possibile che la città di Forlì abbia un tasso di incidenza tumorale superiore dello 0,12 % rispetto alla media nazionale?

Non è che sono stati considerati, al posto del numero dei pazienti operati come fatto a Santarcangelo (1 paziente con 3 interventi vale 1), il numero degli interventi effettuati su ogni paziente?

In tal caso le cifre sarebbero distorte. Altrimenti non ci si spiega come possano risultare ben 594 interventi nella provincia di Forlì Cesena contro i 361 interventi di Santarcangelo che comprende la provincia riminese, parlando di province similari in termini di numero abitanti.

Su questo punto si deve fare necessariamente chiarezza.

Perché questo è il punto cardine per il quale si vuole trasferire il tutto a Forlì!

 

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