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ristoratori condannati

Scivola sul sugo di cozze e si taglia il mento, 20mila euro di risarcimento

In foto: Un piatto di cozze (foto tratta da Pexels)
Un piatto di cozze (foto tratta da Pexels)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Mar 2 Dic 2025 18:20 ~ ultimo agg. 19:24
Tempo di lettura 2 min

Scivolò sul sugo delle cozze caduto dal vassoio di un cameriere in un ristorante di Rimini e finì in ospedale, dove i sanitari le diedero alcuni punti di sutura al mento. I proprietari, a distanza di 7 anni dal fatto (era il 2018) dovranno risarcire la cliente, una 51enne riminese, assistita dagli avvocati Marco e Monica Lunedei, di circa 20mila euro, tra danni e spese legali.

Così ha stabilito la Corte d'Appello civile di Bologna, secondo cui i gestori del ristorante di Marina Centro si erano resi conto che sul pavimento c'era una vistosa macchia d'unto, formatasi perché da un vassoio di un cameriere era caduto il sugo di un'impepata di cozze. Di conseguenza avrebbero dovuto avvisare i clienti, impedirne il passaggio in quel punto e pulire a terra. Invece, nulla di tutto questo fu fatto e i giudici di secondo grado hanno ritenuto responsabile dell'incidente proprio il ristorante, come si legge nella sentenza: "La circostanza che il liquido oleoso fosse caduto pochi istanti prima dal piatto che la dipendente stava trasportando, come riferito da alcuni testimoni, non integra il caso fortuito, difettando sia il carattere dell'imprevedibilità che quello della inevitabilità, ben potendo agevolmente porvi rimedio anche nel giro di un minuto".

In pratica, la cameriera, avvisando immediatamente sia gli avventori sia i colleghi, avrebbe dovuto impedire il transito sulla parte di pavimento in cui era caduto il sugo. La cliente, scivolata dopo aver calpestato liquido, aveva cercato di evitare la caduta aggrappandosi istintivamente alla tovaglia, sulla quale erano stati impilati dei piatti. Che, frantumandosi a terra, hanno tagliato al mento la 51enne, colpita da alcune schegge di ceramica. Per richiudere la ferita furono necessari alcuni punti di sutura: "La presenza di cicatrici visibili, per quanto lievi - scrivono i giudici bolognesi - genera, vieppiù in una persona ancora giovane, una sensazione di disagio e di sofferenza soggettiva". Da qui il riconoscimento anche dei danni morali. 

In primo grado il risarcimento del Tribunale di Rimini era stato pari a circa 7mila euro. Sentenza poi impugnata dai legali della 51enne riminese, contro cui la compagnia assicurativa del locale aveva presentato a sua volta appello incidentale chiedendo la riforma completa della sentenza. Invece, la Corte d'Appello di Bologna, ha ribadito la responsabilità dei ristoratori e aumentato il risarcimento a favore della cliente.

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