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Riscossioni e residui. Comune smentisce allarmismo del Sole 24 Ore

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Gio 27 Ott 2011 18:21
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L’Amministrazione risponde all’articolo del supplemento “Centro Nord” del Sole 24 ore sui residui attivi di Bilancio.
Dei 53 milioni di residui attivi, il Comune ne ha nel frattempo incassati 33. Gli altri venti, prevalentemente crediti verso Stato e Regione, saranno comunque incamerati, assicura una nota.

Le precisazioni del Comune sui residui:

La formazione di residui attivi è una conseguenza “naturale” delle regole di contabilità pubblica, che prevedono che le entrate vengano iscritte in bilancio per l’intero importo che l’Ente ha diritto di introitare, indipendentemente dal momento in cui la riscossione avrà luogo. Pertanto alla fine dell’esercizio, le entrate “accertate” e non riscosse vengono iscritte tra i residui per l’intero importo mentre l’effettiva riscossione può avvenire l’anno successivo o ancor più dilazionata negli anni. Ad esempio sull’importo complessivo dei residui attivi 18.5 milioni di euro sono determinati dall’Ici/Iscop applicata nel 2010 ma la cui riscossione, scadendo la 2a rata il 16 dicembre, avviene nel primo bimestre dell’anno successivo. Così come per alcune altre entrate tributarie (addizionale IRPEF, pubblicità…) per circa 5 milioni di euro, mentre 10 milioni sono trasferimenti ministeriali assegnati ma non ancora versati dallo Stato.
L’esistenza di residui attivi è pertanto un fatto assolutamente fisiologico a condizione ovviamente che le operazioni contabili vengano compiute con il massimo rigore. Rigore che il Comune di Rimini ha da sempre praticato.
Infatti per alcune entrate a incerta riscossione (multe, oneri di urbanizzazione, ecc.) il Comune di Rimini, seguendo le indicazioni della Corte dei Conti, opera “per cassa”, cioè fa coincidere accertamento e riscossione. Pertanto gli importi evidenziati nei ruoli assegnati a Equitalia/Corit per la riscossione coattiva non sono previsti in bilancio e, conseguentemente, l’impossibilità di riscossione non produce alcun “buco”.
Si aggiunge che, a differenza di altri enti, il Comune di Rimini, non applica la TARSU bensì la TIA, per cui alcune delle considerazioni manifestate nell’articolo non si applicano al Comune di Rimini, che comunque, in via prudenziale, ha istituito un apposito fondo nel proprio bilancio.

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