Ricatti con immagini compromettenti via web: 15 le denunce alla Poltel


E’ diventata una sorta di moda tra i giovani. E non lo dice solo la polizia, (che ne ha parlato questa mattina illustrando i particolari dell’arresto di un pedofilo nella cui rete era caduta anche una ragazzina riminese, vedi notizia ) ma anche un’indagine del 2011 di Telefono Azzurro.
Secondo cui, su un campione di 1496 ragazzi tra i 12 e i 18 anni, uno su dieci ha ricevuto messaggi o video di questo tipo con il cellulare. Una pratica molto pericolosa, come dimostra il caso riminese, se nella rete ci si imbatte in un male intenzionato. Un pericolo che non riguarda solo le ragazze, ma anche i ragazzi. Anzi, per i maschi – adolescenti e adulti soprattutto – si registra un altro fenomeno: lo scambio di effusioni via web cam con donne conosciute magari su Facebook, sta portando sempre più ad incorrere in casi di estorsione. Sono 15 dall’inizio dell’anno le denunce presentate alla polizia Postale di Rimini da parte di riminesi. “Ricatti messi in atto da professioniste stranieri, che operano da paesi dell’est ma anche dal Marocco, che spingono le loro vittime a spogliarsi davanti a una web cam dopo averlo fatto anche loro, per poi minacciarli di pubblicare quelle immagini su You Tube se non viene versata loro una cifra, su carta di credito da caricare, in genere tra i 300 e i 400 euro” racconta Vincenzo Papagni, l’ispettore Capo della Poltel di Rimini.