PSC e RUE. Ance e Consulta Professioni tecniche tornano a chiedere rinvio


Con queste parole l’associazione costruttori edili di Confindustria e la consulta delle professioni tecniche tornano a chiedere al comune di Rimini il rinvio dell’adozione del Piano Strutturale e del RUE. Secondo le categorie il documento richiede analisi approfondite anche perché alcuni punti non convincono. In primis il cosiddetto concetto della “crescita zero” con l’abbassamento degli indici edificatori: col nuovo metodo di calcolo si passa dalla “superficie utile” a quella complessiva nella quale confluiranno anche strutture accessorie come balconi e garage. Secondo le categorie la perdita di edificabilità sarà circa del 31%: molti proprietari di lotti edificabili si troveranno cospicue perdite. Ance e Consulta criticano anche il meccanismo della perequazione: tra superficie da destinare all’edilizia sociale ed aree per le dotazioni territoriali sarà “mangiato” quasi il 70% del terreno. Problemi anche in capo alla mobilità: i documenti ad esempio incentrano il trasporto pubblico sul TRC (infrastruttura che le associazioni definiscono sempre più in forse) senza salvaguardare la possibilità di un “corridoio adriatico”. Per quanto riguarda l’esistente le categorie ricordano la necessità di una messa a norma sismica degli edifici: la soluzione ideale sarebbe la demolizione e ricostruzione ma a bloccarla è il fatto che i nuovi vincoli da rispettare, in fase di ricostruzione, ridurrebbero e non poco le metrature delle abitazioni.
Insomma la richiesta che sarà rivolta al comune è di attendere e rinviare adozione e approvazione alla prossima giunta. “E’ un atto importante – conclude il presidente di Confindustria Focchi – e va fatto con tutto l’entusiasmo di inizio mandato.”
La nota stampa
Settecento pagine con direttive da capire, studiare ed interpretare. Settecento pagine elaborate dai tecnici del Comune di Rimini in più di un anno e che il Comune chiede di recepire in poche settimane alle associazioni di categoria, ai professionisti e ai circoli di quartiere.
Un documento, il PSC (Pianificazione Strutturale del Comune di Rimini), così fondamentale per lo sviluppo del territorio che invece richiederebbe mesi di analisi approfondite.
Confindustria Rimini, Ance Rimini, Consulta delle Professioni Tecniche dopo avere già lanciato più volte l’allarme sui rischi di un’approvazione frettolosa, ritengono necessario riportare l’attenzione sulla questione.
Il documento, infatti, non sembra interpretare le necessità del territorio e quindi richiede una verifica metodologica che è impossibile effettuare in così poco tempo. A ciò si aggiunge la preoccupazione per l’adozione del RUE strumento che incide direttamente sugli interventi dell’edilizia nelle aree già urbanizzate.
“Siamo sempre più convinti dei grossi rischi provocati dalla corsa all’adozione del PSC – dichiarano il Presidente di Confindustria Rimini, Maurizio Focchi, il Presidente di Ance Rimini Ulisse Pesaresi e il Presidente della Consulta delle Professioni Roberto Ricci – Così facendo, infatti, si perde l’opportunità di avere l’importante contributo di chi il territorio lo conosce e vive nei suoi valori ambientali, sociali e culturali e quindi potrebbe essere utile nella definizione dei parametri che devono portare cambiamenti migliorativi. E ci riferiamo non solo alle categorie economiche e ai professionisti, ma anche ai singoli quartieri, ai comitati e a tutta la cittadinanza toccata, non va dimenticato, in prima persona dai contenuti del PSC.
Perché un’adozione di questo tipo, con l’imminente scadenza della legislatura e l’insediamento di una nuova amministrazione, porterebbe ad un pericoloso ingessamento del territorio per almeno un anno.
Abbiamo le stesse perplessità di due mesi fa, quando nell’ottobre scorso abbiamo presentato un documento con riflessioni costruttive sulla bozza del PSC. Uno studio, eseguito da una commissione mista composta da rappresentanti di Confindustria Rimini, Ance Rimini, e Consulta delle Professioni, che aveva ampiamente sottolineato le imperfezioni della Bozza.
Ed ora quelle preoccupazioni con il testo definitivo non solo si sono concretizzate, ma sono diventate ancora più grandi.
In particolare, le linee guida del PSC, non sembrano interpretare al meglio la situazione attuale del territorio. La commissione mista di Confindustria Rimini, Ance Rimini e Consulta delle Professioni ha prodotto un nuovo documento di analisi del Psc e del Rue che ha evidenziato i principali punti critici.
MOBILITA’
Il primo tema che salta all’occhio ad una prima analisi della documentazione del PSC, è senza ombra di dubbio il tema della mobilità.
Sono segnati due tracciati alternativi fra loro (e improbabili per il percorso proposto) per il collegamento fra la zona nord (san Giuliano/Celle) e il centro storico; nulla per la viabilità legata alla darsena; anche la previsione di variante alla statale 16 con il casello Rimini Nord nella zona nord (già duramente criticata per l’attraversamento della zona agricola pregiata) resta indefinita.
Il sistema di trasporto pubblico è incentrato sul TRC, infrastruttura sempre più in forse dato la mancanza di fondi per la sua realizzazione, e problematica per gli enormi costi di gestione.
Ribadiamo la necessità di salvaguardare la possibilità che il nostro territorio possa essere attraversato dal “corridoio adriatico” preventivando fin da ora un possibile tracciato in aree adeguate che consentirebbe sia di non farci trovare impreparati nel momento in cui si dovesse deciderne la realizzazione sia di provvedere noi alla decisione del “dove”, in modo che la decisione non venga presa da altri che non conoscono il nostro territorio.
Zone di espansione. Abbiamo già chiesto in sede di Conferenza di Pianificazione un’attenzione per i piani che, non partiti per cause diverse dalle volontà dei proprietari, potessero mantenere inalterate le loro previsioni, adesso chiediamo che i piani presentati entro l’adozione del piano possano essere valutati con le regole del PRG vigente.
Chiediamo la stessa attenzione per i progetti sottoposti a Permesso di Costruire, ovvero che faccia fede, per rientrare nel regime di salvaguardia, la data di presentazione della pratica.
PEREQUAZIONE
E’ chiaro il meccanismo con il quale il comune si assicura porzioni di territorio allo scopo di realizzare edilizia residenziale pubblica, se non che alcune porzioni di territorio individuate come (ANS-Aree di Nuovo Sviluppo) vengono gravate non solo del 20% della superficie ERS (Edilizia Residenziale Sociale), ma a queste si aggiungono ulteriori aree cedute per “dotazioni territoriali” (circa 40/50%), una quota per le aree di atterraggio di diritti edificatori da altri ambiti ed eventuali altre dotazioni per oneri aggiuntivi.
Il rimanente dell’area (facendo i conti della serva una quota che può verosimilmente variare fra il 10 e il 30%) resta di proprietà e sarà quella la superficie fondiaria sulla quale potrà insistere l’edificazione del proprietario.
Nelle zone ANS l’area ceduta al comune per le “dotazioni territoriali” può arrivare fino all’70-80%, resta inalterata la quota per l’ERS ed il rimanente è a disposizione della proprietà.
Il rinvio per molte aree ai POC non è risolutivo del problema, avendo il Sindaco pochi margini di trattativa essendo gli indici assai bassi ( da 0,20 – 0,30 ).
CRESCITA ZERO
Va rivista la previsione di crescita “zero” per i prossimi 20 anni. Perché se così fosse si costruirebbe un “vestito” del tutto non idoneo alle possibilità dello sviluppo del territorio.
Il parametro crescita “zero” per Rimini è stato definito prima dell’annessione alla provincia dei sette comuni dell’Altavalmarecchia. La conformazione del territorio è da allora decisamente cambiata.
Questo discorso va di pari passo con quanto affermato nel RUE, in merito agli indici di edificazione ed al nuovo metodo di calcolo per la superficie realizzabile. Si passa dalla superficie utile a quella complessiva con un parametro di trasformazione pari a 1,3.
Sottolineiamo che siamo tutti d’accordo sul rispetto del territorio, anche come consumo non indiscriminato di questa risorsa fondamentale per una crescita sostenibile delle nostre città, ma siamo altresì convinti che le misure adottate da questa confluenza di strumenti fra PSC (per quanto riguarda i nuovi interventi) e RUE (per quanto riguarda interventi di edilizia nelle aree già urbanizzate), avrà un effetto devastante sull’economia e sullo sviluppo di Rimini per i prossimi anni. Una città a “crescita zero” è una comunità che inizia la propria decadenza perché preclude movimenti economici, sociali e culturali.
Con il nuovo PSC riteniamo che tutte le aree di espansione acquistate nel recente passato diventeranno antieconomiche, (con riflessi sugli istituti di credito) con grave danno non solo per le imprese interessate, ma anche per la dotazione di ERS (Edilizia Residenziale Sociale) del Comune che non partirà fino a quando, i proprietari delle aree non troveranno la corretta combinazione economica (da riversare sull’esigua porzione di area rimanente) che gli permetterà di avviare il processo edilizio e quindi permetterà al comune di acquisire gratis l’area da destinare all’Edilizia Residenziale Pubblica.
Previsione realistica fra la vigenza di questo nuovo strumento e il primo POC che darà il via alle prime realizzazioni 4-6 anni prima di realizzare il primo alloggio di ERS dell’era PSC.
Accanto a questo l’abbassamento degli indici edificatori e il nuovo metodo di calcolo impoveriranno tutta la città; ovvero tutti quelli che hanno il loro lotto edificabile, che con gli indici del piano regolatore vigente poteva rappresentare la rendita per la vecchiaia e per i figli, ora ne saranno svantaggiati.
Figuriamoci che ad esempio da una superficie territoriale di circa 10 mila metri quadri, fra indici e aree da riservare a standard, rimarrebbero solo circa 1.400 metri quadri di superficie abitativa, in uno dei casi presi in esame rispetto alle varie fattispecie del PSC, con una perdita significativa rispetto al PRG vigente.
Senza dimenticare di porsi una domanda: come reagiranno le banche a tutto questo?
La perdita di edificabilità (rapporto tra superficie commerciale e superficie complessiva) con il RUE adottato rispetto al PRG vigente è del 31%!.
A tutto questo si sommano le limitazioni su altri temi come, lo sviluppo del centro storico, la sostenibilità, la sicurezza urbana, i comparti di espansione.
IN CONCLUSIONE RILANCIAMO IL NOSTRO APPELLO E RINNOVIAMO LA PIENA DISPONIBILITÀ A COLLABORARE CON L’AMMINSITRAZIONE PER ESSERE PARTE ATTIVA NEI PROGETTI DI SVILUPPO PER LA CITTÀ. NATURALMENTE CON TEMPI ADEGUATI.