Potere al Popolo contro l’aumento delle indennità di sindaci e assessori


Potere al Popolo si scaglia contro l’aumento delle indennità per sindaci e assessori (decisi dalla Finanziaria del Governo Draghi ed entrati a regime nel 2024) e parla di “uno schiaffo all’Italia che lavora per stipendi da fame” in un momento di crisi aggravato dalle “speculazioni delle multinazionali energetiche” e dalle “scelte scellerate del governo Meloni“. Le indennità, per comuni come quello di Rimini, passeranno per il sindaco da 68.717 euro a 132.480 euro lordi, per la carica di vicesindaco da 51.538 a 99.360 euro e per gli assessori da 41.230 a 79.488. “Non ci sono le risorse per i contratti o per adeguare le misure di welfare, ma accettano ugualmente l’aumento, mentre le retribuzioni perdono potere d’acquisto e questi sarebbero politici di sinistra?” si legge nella nota di Potere al Popolo che si focalizza sulla situazione del comune di Rimini suggerendo a sindaco e giunta di “devolvere i loro aumenti, destinandoli ai servizi di assistenza per gli anziani e soggetti fragili“. “È doveroso chiedersi, scrupolosamente e in maniera approfondita, se, all’interno di una città come Rimini in cui molte famiglie hanno serie e concrete difficoltà a garantirsi l’essenziale, in cui molte imprese affrontano enormi disagi, tali da metterne in dubbio l’esistenza stessa, era così necessario adottare una scelta del genere? – concludono gli attivisti – Riteniamo di no, assolutamente di no“.