giovedì le cerimonie
Politkovskaja e La Malfa: a Rimini intitolazioni nel nome dell'impegno civile
In foto: Anna Stepanovna Politkovskaja

di Redazione

Lun 20 Ott 2025 12:28 ~ ultimo agg. 13:10
La città di Rimini rende omaggio a due figure che hanno incarnato valori fondamentali della democrazia e della libertà: Anna Stepanovna Politkovskaja, giornalista russa simbolo del coraggio nella difesa dei diritti umani e della libertà di stampa, e Ugo La Malfa, statista e economista che ha contribuito in modo determinante alla costruzione della Repubblica italiana.
Per la loro straordinaria testimonianza civile e per i principi di cui si sono fatti portatori, l'Amministrazione comunale ha deciso di dedicare a questi due personaggi due rotatorie cittadine, inserendoli nella toponomastica di Rimini.
Le cerimonie di intitolazione si terranno entrambe giovedì 23 ottobre: alle ore 16:30 verrà inaugurata la rotonda dedicata ad Anna Stepanovna Politkovskaja "Giornalista (1958-2006)", situata tra via Galla Placidia e via Costantino il Grande; a seguire, alle ore 17:15, si procederà all'intitolazione della rotonda dedicata a Ugo La Malfa "Politico ed Economista (1903-1979)", situata in via Emilia, di fronte all'ingresso Sud della Fiera di Rimini. Ad entrambe le cerimonie inaugurali sarà presente l'assessore alla toponomastica Francesco Bragagni.

Anna Stepanovna Politkovskaja nacque a New York il 30 agosto 1958 da genitori diplomatici ucraini, funzionari dell'URSS presso le Nazioni Unite. Si laureò in giornalismo all'Università di Mosca nel 1980 con una tesi dedicata alla poetessa Marina Cvetaeva. Iniziò la sua carriera nel 1982 all'Izvestia, dove lavorò fino al 1993, per poi collaborare dal 1994 al 1999 con diverse emittenti radio e televisive indipendenti. Nel 1998 si recò per la prima volta in Cecenia come inviata dell'Obscaja Gazeta. A metà del 1999 passò alla Novaja Gazeta, testata sulla quale pubblicò inchieste coraggiose e reportage sul conflitto ceceno, criticando apertamente il presidente russo Putin e i leader locali. Si recò numerose volte in Cecenia per documentare le violenze e denunciare la politica russa, sostenendo le famiglie delle vittime civili e visitando ospedali e campi profughi. Intervenne anche durante l'assedio del Teatro Dubrovka di Mosca. Nel settembre 2004, mentre si dirigeva a Beslan dove era in corso l'assedio di una scuola, fu colpita da un malore sull'aereo, in quello che si sospettò essere un tentativo di avvelenamento. Nel dicembre 2005, durante una conferenza di Reporter Senza Frontiere a Vienna, affermò: "Certe volte, le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano". Consapevole dei rischi che correva con la sua opera di denuncia, non si fermò mai. Il 7 ottobre 2006 venne assassinata nell'ascensore del palazzo di Mosca dove abitava, colpita da quattro colpi di pistola. Due giorni dopo, la Novaja Gazeta pubblicò gli appunti dell'inchiesta a cui stava lavorando sulle torture commesse dalle forze di sicurezza cecene. Ai suoi funerali partecipò una grande folla commossa, ma nessun rappresentante del governo russo.
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