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Piadina romagnola IGP in gazzetta ufficiale. Tutelata anche quella dei chioschi

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Sab 19 Gen 2013 11:56 ~ ultimo agg. 16 Mag 07:14
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La richiesta di registrazione della denominazione è ora al vaglio dei competenti uffici della Commissione Europea. Nella proposta c’è anche la variante alla Riminese.

Pubblichiamo la nota della Regione:

…«Ci auguriamo che nei prossimi mesi, al termine della procedura stabilita dai regolamenti comunitari, questa Igp sia registrata dalla Commissione europea sulla base del disciplinare proposto – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – è comunque motivo di soddisfazione avere raggiunto un risultato che pochi anni fa appariva compromesso».
Dopo la presentazione delle prime istanze di registrazione, la procedura era stata infatti sospesa a causa della difficoltà di rendere compatibili in un disciplinare unico i due diversi metodi di presentazione della piadina romagnola, che nel riminese è più sottile, larga e flessibile rispetto alle altre province. Riavviato l’iter di riconoscimento, altre discussioni hanno riguardato l’opportunità o meno di utilizzare i conservanti, di differenziare tramite marchi o diciture la piadina confezionata da quella di pronto consumo, di prevedere ingredienti aggiuntivi oltre a quelli di base.
“Come Regione abbiamo contribuito, grazie anche alle sollecitazioni provenienti dai sindaci di Cesena e di Ravenna, alla composizione dei problemi che si erano manifestati nel corso della procedura di registrazione – ha aggiunto l’assessore – Credo che l’Igp della Piadina romagnola sia un’ottima occasione per riconoscere spazio sui mercati tanto alle imprese più strutturate, che realizzano piadina romagnola per la grande distribuzione e possono raggiungere zone più lontane, quanto ai produttori che tutti conosciamo e vediamo nei chioschi. A questi ultimi va riconosciuto il merito di far conoscere la piadina romagnola ai turisti che frequentano il territorio, e di far loro comprendere il fascino di un prodotto che è tra i più noti non solo della Romagna, ma anche dell’Italia.
Il disciplinare di protezione transitoria differenzia le tipologie di piadina romagnola e prevede un’etichettatura specifica per quella alla riminese e per quella ottenuta con lavorazione manuale tradizionale. Gli ingredienti sono farina, acqua, sale, grassi, lievito, e non è consentito l’uso di conservanti, aromi e altri additivi. L’area di produzione corrisponde al territorio delle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e, in parte, di Bologna’.

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