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Pazienti ‘fragili’. Oltre 4mila quelli presi in carico nel 2010

di Redazione   
Tempo di lettura 7 min
Mar 22 Feb 2011 13:34 ~ ultimo agg. 14 Mag 05:41
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Il dato è emerso nelle riunioni delle scorse settimane dei comitati consultivi misti che riuniscono associazionismo e operatori Ausl. Negli incontri è stata anche espressa la necessità di un più stretto raccordo tra servizi ospedalieri e socio-sanitari territoriali specialmente al momento della dimissione di pazienti “fragili”. Il tempo medio per la presa in carico è di circa tre giorni.

La nota stampa

Un più stretto raccordo tra servizi ospedalieri e servizi socio-sanitari territoriali, specialmente al momento della dimissione dall’Ospedale di pazienti “fragili”, che non hanno la possibilità (per problemi fisici ma anche per condizioni famigliari) di essere semplicemente mandati a casa e che richiedono invece, appunto, un rientro al proprio domicilio con adeguati supporti assistenziali.

E’ stato questo il tema alla base della riunione del Comitato Consultivo Misto di Rimini, svoltasi mercoledì 26 gennaio, attraverso le relazioni della dottoressa Elisabetta Silingardi (Direttore della neo-creata Unità Operativa Anziani e Disabili fisici e sensoriali), della dottoressa Loretta Valdinoci (responsabile delle Attività Socio Sanitarie del servizio Assistenza e Sostegno Domiciliare), del dottor Gian Andrea Magagni (responsabile dell’Assistenza Riabilitativa Territoriale) e del dottor Angelo Masi (Dipartimento Cure Primarie – responsabile del Servizio di Continuità Assistenziale, più noto come Guardia Medica). Confronto dal quale è emerso che l’attivazione di nuovi percorsi ha ridotto notevolmente i problemi per i pazienti in fase di dimissione (sono in aumento ad esempio, dal punto vista quali-quantitativo, le prestazioni e le consulenze domiciliari) ma margini di miglioramento restano.

La dottoressa Silingardi ha illustrato il compito specifico dell’Unità Operativa “Anziani e Disabili fisici e sensoriali”, quello, cioè, di una presa in carico il più possibile complessiva di questo tipo di pazienti. “Nel momento in cui il paziente ha superato la fase acuta – ha spiegato la dottoressa Silingardi – viene studiata la miglior soluzione personalizzata per lui. Il paziente, in prima battuta, potrebbe essere avviato ad un ricovero in struttura dell’area della post- acuzie oppure essere domiciliabile. In questa seconda ipotesi bisognerà poi valutare se si può optare per una dimissione ‘ordinaria’, con presa in carico da parte del medico di famiglia, oppure se vada attivato un ‘percorso protetto’ di supporto al domicilio, o ancora se ricorrano i presupposti famigliari e personali per colloqui con l’assistente sociale”. Nell’anno 2010 le persone che, dopo la dimissione dagli ospedali della provincia di Rimini, sonos tate avviate a ricovero in “strutture intermedie” per lungodegenza, sono state 2.224, mentre le persone avviate a “domiciliazione protetta” sono state 1.794, per un totale di oltre quattromila persone prese in carico, con trend in significativa crescita rispetto agli anni precedenti.

Su richiesta delle associazioni è stato spiegato che tale presa in carico è prevista nel giro di 3 giorni dalla decisione della dimissione. Aspetto su cui vi sono margini di miglioramento, e sul quale le associazioni puntano fortemente l’attenzione poiché qualificante per la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie, è la dimissione dall’ospedale a ridosso o durante il fine settimana (ad esempio sulla terapia da seguire, o sull’utilizzo di vari presidi sanitari): vi è un apposito progetto per accrescere la successiva presa in carico, e comunque l’unità operativa che dimette il paziente provvede a svolgere un ruolo informativo e formativo rispetto al trattamento del paziente, fermo restando che i servizi ospedalieri e di guardia medica, restano comunque a disposizione nei fine settimana.

Concentrando l’attenzione sulle cure domiciliari, Silingardi ha sottolineato che a Rimini, a differenza delle altre Aziende della Regione, presso il Punto Unico delle Cure Domiciliari è presente un assistente sociale che, in caso di bisogno da parte del paziente, è in grado di prenderlo in carico in tempi brevissimi. Il Punto Unico delle Cure Domiciliari del Distretto di Rimini, ha spiegato la dottoressa Valdinoci, situato presso la sede di Via Circonvallazione, riceve le segnalazioni dai reparti ospedalieri e le richieste che provengono dai medici famiglia per interventi a domicilio rivolti ad utenti non autosufficienti. E’ in base ai bisogni rilevati nelle richieste che viene organizzato il programma assistenziale socio-sanitario più appropriato per la persona, integrando al domicilio l’intervento dei professionisti necessari : medico di famiglia, infermiere, fisioterapista, medico specialista.

Così vengono seguiti a casa in media 400 persone a settimana oltre ad effettuare quotidianamente circa 50 prelievi ematici su pazienti non deambulanti. La richiesta di prelievi domiciliari è tra l’altro in crescita ed è stata sottolineata l’importanza di puntare sempre di più sull’appropriatezza visto che il servizio è rivolto esclusivamente a persone impossibilitate a muoversi: sia i professionisti che le associazioni hanno concordato sulla necessità di vigilare perché siano evitati i casi di abuso.

Ancora a domicilio, e sempre solo su richiesta del medico di famiglia, per i pazienti non deambulanti sono attive anche altre consulenze: il dermatologo (soprattutto per problemi legati alle lesioni da decubito), il cardiologo, l’otorino, l’oculista, l’urologo, il dentista, il fisiatra, il pneumologo. Altri specialisti quali l’oncologo, il neurologo, l’anestesista, il nutrizionista vengono attivati solo all’interno di specifici percorsi o progetti assistenziali per particolari patologie.

Sempre nell’ambito della discussione relativa alle politiche di sostegno delle persone anziane, la dottoressa Valdinoci ha informato che è in corso di realizzazione una vera e propria mappa degli anziani fragili per permettere interventi di prevenzione mirati con lo scopo di evitare o posticipare il più possibile la perdita dell’autosufficienza. Il. Il lavoro è iniziato già alcuni anni fa in relazione alle ondate di caldo estive, e la relativa mappa si sta ulteriormente implementando e perfezionando. Lavori in corso, al fine di migliorare il servizio, anche sul fronte della fisioterapia e della necessità di ausili per i pazienti: sono fortemente aumentate, come ha spiegato il dottor Magagni, le prestazioni a domicilio per i pazienti gravi dimessi dalle strutture sanitarie al fine di verificare la gestione corretta del paziente e garantire le continuità assistenziale, in particolare, ha spiegato il dottor Magagni, per i pazienti con gravi lesioni dimessi dalle strutture sanitarie.

Il 13 gennaio scorso si era svolta una riunione del Comitato Consultivo Misto di Riccione, nell’ambito della quale si è prevalentemente organizzato il lavoro per l’anno in corso ed in cui è stato espresso l’intendimento di concentrare l’attenzione del Comitato sui servizi Territoriali dopo che in precedenza erano stati esaminati soprattutto i servizi ospedalieri.

Conseguentemente, nella riunione del Comitato Consultivo Misto di Riccione svoltasi lo scorso 17 febbraio, sono state ascoltate la dottoressa Laura Zanzani (Direttore del Distretto di Riccione) e la dottoressa Lorena Angelini (Direttore del Dipartimento di Cure Primarie dell’A.USL) le quali hanno iniziato ad illustrare l’attività aziendale a livello territoriale, riservandosi comunque di approndire il ragionamento in altre, future riunioni relative ai vari servizi esistenti, così come peraltro avvenuto nella riunione del Comitato di Rimini.

Si è poi parlato della presa in carico dei pazienti più gravi, e che devono essere costantemente seguiti, con un’assistenza pressoché analoga a quella ospedaliera, anche al loro domicilio, precisando che il coordinamento tra i professionisti che si recano a seguire questi pazienti a casa è in capo al Medico di famiglia. Angelini ha precisato che è stata creata anche un figura, a livello provinciale, cui i medici stessi, così come tutti i soggetti che seguono i pazienti, possono riferirsi per seguire il caso. Da parte dei membri delle associazioni è giunto l’auspicio di fornire, anche attraverso apposita documentazione scritta, tutte le informazioni necessarie, ai famigliari dei malati, al fine di essere messi nelle migliori condizioni per fornire assistenza ai loro congiunti. E anche da parte del Comitato di Riccione è stato espresso l’auspicio che la massima attenzione sia posta al momento della dimissione dei pazienti “fragili” dall’ospedale.

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