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Maggioli: solidarietà al questore. Territorio non può essere sinonimo di sballo

In foto: Paolo Maggioli
Paolo Maggioli
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura 2 min
Lun 10 Ago 2015 14:10 ~ ultimo agg. 18 Mag 23:13
Tempo di lettura 2 min
Anche Unindustria, per voce del suo presidente Paolo Maggioli, esprime solidarietà al questore Improta, minacciato pesantemente dopo la decisione di chiudere il Cocoricò. “Vogliamo esprimere piena solidarietà al Questore di Rimini Maurizio Improta per le minacce e le offese ricevute e cogliere l’occasione per ringraziarlo per la grande professionalità e l’impegno dimostrati in questi primi mesi di attività sul nostro territorio”.
Maggioli entra nel merito della vicenda Cocorico, lo fa da imprenditore ma anche da cittadino e padre. Si augura che vengano tutelati posti di lavoro e solidità economica della società. Servono controlli più efficaci e soluzioni più incisive di fronte “i tragici fatti di cronaca che si susseguono da anni”, non facendo del Cocorico “un capro espiatorio ma estendendo l’azione ad ampio raggio”.
Il presidente degli industriali afferma che è palese che non si voglia mettere in ginocchio un comparto, ma “come presidente della categoria degli imprenditori e soprattutto come cittadino e padre, penso che nessuno di noi possa più accettare che il nostro territorio sia sinonimo di sballo”
 
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“Una riflessione che deve interessare tutti, dalla sfera pubblica al privato, dalle istituzioni alle famiglie. Da imprenditori riconosciamo l’importanza di questa realtà che negli anni ha saputo crescere e trasformarsi in azienda a tutti gli effetti e ci auguriamo che, nonostante la chiusura conseguente al provvedimento esemplare, possano essere tutelati i posti di lavoro e la solidità economica della società”.
“Allo stesso tempo però, i tragici fatti di cronaca che si susseguono da anni senza che si riesca a trovare una soluzione ci porta a pensare che sia necessario trovare soluzioni più incisive con controlli più efficaci, non facendo del Cocoricò un capro espiatorio, ma estendendo l’azione ad ampio raggio, dai locali alle piazze. Dobbiamo chiederci come si è arrivati a questo punto ed individuare gli errori da non commettere nuovamente.
Ritengo che sia palese l’intenzione di non volere mettere in ginocchio un comparto così importante nella storia del nostro territorio, ma come presidente della categoria degli imprenditori e soprattutto come cittadino e padre, penso che nessuno di noi possa più accettare che il nostro territorio sia sinonimo di sballo e “divertimentificio” fuori controllo, con minori, giovani e giovanissimi, che dopo anni ancora perdono o richiamo di perdere la vita.
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