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MORTO L'ATTORE DI TOBY DAMMIT

L’ultima corsa di Terence Stamp, il ricordo dell'Amministrazione comunale

In foto: una scena del film
una scena del film
di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Lun 18 Ago 2025 12:02 ~ ultimo agg. 13:26
Tempo di lettura 2 min

La corsa finale di Toby Dammit resta tra le immagini più potenti di Fellini: una Ferrari che attraversa i Castelli romani di notte, illumina cuochi e insegne come statue pop e precipita nel vuoto. È lì che il regista riversa tutta l’ombra del Mastorna mai girato.

Al centro c’è Terence Stamp, “Terenzino Francobollo”, come lo chiamava Fellini. Reduce da Teorema di Pasolini e dalla rottura con Antonioni per Blow Up, in Toby Dammit, Stamp è un attore shakespeariano disfatto, alcolizzato, ridotto a maschera televisiva. La sua bellezza diventa un’arma spuntata, la voce un rantolo elegante. Intorno a lui, Fellini costruisce la sua unica vera incursione gotica: un diavolo dall’aspetto di bambina bionda, angelica e spettrale, che gioca con una palla. 

È un film di passaggio che porterà al Satyricon, ma soprattutto è un film dantesco. La corsa in Ferrari non conduce a redenzione: è un inferno laico, fatto di televisione, premi grotteschi, pubblicità luminose fino a confondere vita e morte. Stamp ci scivola dentro come in una condanna naturale, senza opporre resistenza. Per questo il suo Toby resta indimenticabile: non solo un personaggio, ma il volto stesso dell’inferno contemporaneo. Ventisei giorni di riprese per diventare l’immagine di un sogno senza ritorno, il simbolo di un'epoca e di un cinema che non smettono di affascinare.

 

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