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di carlo alberto pari

Lacrime di coccodrillo: una riflessione su sanità e debito pubblico

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Dom 7 Apr 2024 07:23
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Il coccodrillo è un predatore particolare, azzanna la preda, mentre la divora piange, non certo per il rimorso, ma a causa di naturali funzioni organiche. Le diseguaglianze continuano a crescere, la sanità è in uno stato preoccupante, il debito pubblico aumenta esponenzialmente. A fine 2023, abbiamo superato i 2.860 miliardi, con un implemento stratosferico rispetto alla fine del 2022: oltre 100 miliardi. Ergo, ci siamo “mangiati” circa la metà del PNRR, peraltro, formato in gran parte da ulteriori debiti. Appare evidente l’insostenibilità del percorso. Eppure, con sprezzante coraggio o pietosa piaggeria, qualcuno sostiene che il debito non fa più paura. In passato, altri si erano persino spinti ad inventare il “debito buono”, ma il debito non è mai buono, se non è sostenibile. Ad esempio, non permette di finanziare la sanità in modo adeguato, un aumento annuo di 2/3 miliardi, non copre neppure una piccola parte di ciò che è stato eroso dall’inflazione. Comunque, il debito torna drammatico quando l’acqua si avvicina alla gola. Scontata la prassi : lo scambio di colpe, gli interventi per tamponare la falla, manovre banali ; ad esempio, la drastica riforma delle pensioni di qualche anno addietro, in tanti la giustificarono: “non si può fare altrimenti, rischiavamo la bancarotta”. Il conto di anni di debiti, è stato tamponato a carico dai lavoratori.
Eppure, si poteva proporre una patrimoniale sui grandi capitali, o una maggiore progressività fiscale, come peraltro stabilisce la tanto citata Costituzione all’art. 53. Di converso, presumibilmente per evitare perdite di consenso, quasi tutti sono d’accordo quando si elargiscono “bonus”, ad esempio, quando consentono a chi ha già una casa di ristrutturarla gratuitamente a spese della comunità, aumentandone significativamente il valore, che ovviamente, rimane al proprietario. A dispetto dei tanti, che la casa non possono permettersela. Il nostro, è un Paese dove le previsioni per il futuro appaiono di frequente immaginabili, chi dovrebbe protestare, è spesso distratto (o peggio canalizzato) da una palla che entra in una rete o da una gara vinta per qualche centesimo di secondo. L’intrattenimento, vince sulla vita reale. Un’ultima osservazione. Visto che il debito “non fa più paura”, circa nove milioni di italiani sono segnalati in difficoltà per le sole spese mediche, con una sanità che appare a rischio arresto cardiaco con il defibrillatore in cattivo stato. Se continueremo su questa strada, il decesso diverrà ineludibile. Saranno in tanti a piangere, alcuni per disperazione, altri, quelli furbi con le tasche colme, con lacrime di coccodrillo.
Carlo Alberto Pari

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