La verità di Manuela, la perizia fonica e la prova logica: scontro accusa-difesa
Tutto o quasi ruota attorno all'incidente probatorio di Manuela Bianchi, che ha collocato Louis Dassilva sulla scena del crimine la mattina del ritrovamento del cadavere della suocera. Il senegalese, secondo il racconto dell'ex amante, l'avrebbe attesa nel garage di via del Ciclamino per avvertirla che dietro la porta tagliafuoco c'era il corpo di una donna priva di vita e per fornirle precise istruzioni su come comportarsi all'arrivo dei soccorritori e della polizia.
Una versione contestata fin dal principio dai legali di Dassilva, Riario Fabbri e Andrea Guidi, che nella perizia fonica conclusiva, depositata lunedì scorso dagli specialisti incaricati dal gip, avrebbero avuto le conferme che cercavano, ovvero che il narrato della Bianchi non è supportato da dati scientifici certi. Per l'accusa, invece, quella perizia, che parla di una possibile voce maschile, registrata la mattina del 4 ottobre 2023 da una telecamera installata nel box auto di un condomino di via del Ciclamino, sarebbe sufficiente per consegnare alla Corte d'Assise una prova logica della colpevolezza di Dassilva.
I difensori dell'imputato, che ancora non hanno scoperto la loro strategia difensiva, restano fermamente convinti dell'innocenza del senegalese e attendono fiduciosi le motivazioni della Cassazione sull'annullamento con rinvio al Riesame del provvedimento che confermava la carcerazione del loro assistito. A decidere l'esito del processo, di natura indiziaria, sarà poi l'ascolto dei testimoni, che finora sembra aver avvantaggiato la Procura, anche se non possono escludersi colpi di scena. Resta, infine, in sospeso il tanto atteso confronto in aula tra ex amanti. Se consentirlo o meno deciderà la Corte a dibattimento in corso.












