La sanità è ammalata, serve curare, non amputare!


La premessa è doverosa, l’articolo prende in esame la situazione generale, con il fine di indurre riflessioni, spesso distratte dall’eccessivo intrattenimento, che serpeggia incontrastato in tanti notiziari. Negli ultimi anni, abbiamo accumulato diversi problemi : dall’inarrestabile e preoccupante calo demografico, ai tanti giovani che continuano ad emigrare, in cerca di un lavoro meno povero e meno precario, fino agli anziani, troppo spesso con pensioni da fame, o pesantemente compromesse dalla ridotta perequazione, che comprimerà il valore reale delle rendite, anche per coloro che hanno versato svariati decenni di contributi. Inoltre, non possiamo dimenticare le diseguaglianze che non accennano a diminuire, fino al debito pubblico, un macigno di dimensioni enormi, che ci pone in perenne rischio valanga. Concludo con la sanità, fino a pochi anni addietro, un baluardo di progresso e civiltà, nel tempo, massacrata dai tagli o dai mancati adeguamenti dei finanziamenti pubblici.
Ecco una breve sintesi: Pronto soccorso – tanti quelli chiusi. I rimanenti, in diverse città italiane hanno attese al limite della sopportazione e della decenza, drammaticamente problematici, per il personale e per i pazienti. Visite mediche specialistiche – non di rado, i tempi per le prenotazioni hanno assunto caratteri di elevata pericolosità, mesi, a volte più di un anno, anche per patologie non certo banali. Sanità privata – avanza con passi da gigante, in parte convenzionata, in parte sovvenzionata da noi cittadini, perché chi può, si cura pagando. Finanziamenti pubblici alla sanità – per anni in calo, recentemente si parla di aumenti nell’ordine qualche miliardo, peccato che sommando l’inflazione degli ultimi anni (2021-22-23) si rasenta il 15%, quindi, sul totale di circa 125 miliardi, solo per mantenere lo stesso potere d’acquisto, servirebbero oltre 18 Miliardi annui !
Ed ora l’ultima “chicca”. Potrebbe materializzarsi un nuovo e doloroso capitolo, in un assordante silenzio : i rimborsi che lo Stato eroga per visite e accertamenti eseguiti da strutture convenzionate, potrebbero subire un drastico taglio, già dai prossimi mesi. Se ciò sarà confermato, diverse strutture, oggi deputate ad elargire quei servizi, difficilmente saranno in grado di continuare, perché in tanti casi, i rimborsi non copriranno i costi. Facilmente intuibili le conseguenze! Se desideriamo lasciare ai nostri figli un Paese oberato dal debito e con una sanità “sempre meno universale”, siamo sulla strada giusta e possiamo continuare ad interessarci principalmente d’intrattenimento, ma facciamo attenzione, perché tra pochi anni, senza interventi drastici e risolutivi, servirà una buona carta di credito collegata ad un congruo conto corrente, altrimenti, saranno problemi molto, molto seri !
CARLO ALBERTO PARI
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