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Analisi di confesercenti

Inflazione in calo, ma consumi ancora con freno a mano

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Sab 6 Gen 2024 11:09
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Segnali positivi sul fronte dell’inflazione secondo l’Istat, che a dicembre ha registrato un nuovo rallentamento dei prezzi, dovuto soprattutto ai beni energetici che in questa fase hanno calmierato il paniere, e agli alimentari lavorati. Il dato rilevante – commenta Confesercenti – e già ampiamente previsto per il 2023 indica nel 5,7% la variazione media del tasso di inflazione. La frenata dell’inflazione dalla seconda metà del 2023 non dovrebbe, dunque, rappresentare un fatto episodico: rallentano i prezzi delle materie prime, sta rientrando la situazione nelle catene di fornitura internazionale.
Nel 2024 si dovrebbe procedere verso una normalizzazione dei prezzi, pur non raggiungendo il 2%. “Tuttavia, le prospettive per l’anno appena iniziato restano ancora incerte – osserva Mirco Pari, direttore Confesercenti provinciale Rimini -: aumentano potere d’acquisto e risparmi, una sorta di energia potenziale inespressa di cui però non ne beneficiano i consumi, che restano il vero malato dell’economia domestica”.
I deboli consumi delle famiglie, infatti, impattano in modo determinante sulla crescita complessiva della nostra economia e sono ancora in deficit rispetto ai livelli pre-covid, anche se è presumibile ipotizzare che con l’ultimo trimestre del 2023 si possano finalmente superare i livelli pre-crisi sanitaria”.
Altro elemento di incertezza – continua Pari – sono conflitti in atto in Medio oriente, che rischiano di allargarsi come nel caso degli attacchi ai cargo nel mar Rosso. Questo creerebbe tensione sui mercati e potrebbe rallentare la discesa dell’inflazione, cosa che ovviamente ci auguriamo che non accada”.
E resta il nodo delle decisioni di politica monetaria della Bce: l’auspicio è che si inizi a ridurre il costo del denaro che impatta in modo critico sulle famiglie, in particolare quelle con mutuo, e sulle imprese”.
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