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Il teatro Novelli ospita ‘Anfitrione’

di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Mer 29 Gen 2003 17:04 ~ ultimo agg. 10 Mag 00:24
Tempo di lettura 4 min

Questa è la scheda dello spettacolo:

Per poter godere dell’amore della bella Alcmena, sposa innamorata e fedelissima del generale tebano Anfitrione, nel corso di una guerra che lo tiene lontano, Giove prende le sembianze del valoroso marito e si accoppia con lei in una notte eccezionalmente lunga, avvalendosi della complicità di Mercurio che fa buona guardia alla casa sotto l’aspetto di Sosia, servo del condottiero.
Mentre Giove è nel letto con Alcmena giunge Sosia per annunciare alla sua padrona il ritorno vittorioso del marito, ma, confuso dall’aspetto e dalle parole di Mercurio, giunge a dubitare della propria identità. Il giorno dopo Anfitrione rileva la freddezza indifferente di Alcmena, a sua volta stupita ed offesa che il marito neghi di aver trascorso la notte insieme a lei.

Il grande amore dei due sposi si trasforma in una reciproca ostilità, aggravata dall’ostinata intromissione di Giove/Anfitrione che continua ad amoreggiare con Alcmena e contrappuntata da un’identica schermaglia in versione comica tra Sosia e la moglie Cleante.

Anfitrione si vede tradito da tutti – compreso lo stesso compagno di sventura Sosia – e rapinato della propria identità unanimamente attribuita a Giove, salvo ricomporre quest’ultimo un inaspettato lieto fine rivelando l’intrigo e lasciando i due sposi eredi della nascita di Ercole.

“Abbiamo letto “Anfitrione” come una commedia divertente e crudele -sottlineano i protagonisti della nuova versione teatrale-, che fa ridere e sorridere, ma al tempo stesso mette inquietudine e paura, una gemma di equilibrio tra una comicità leggera, a volte farsesca, e drammaticità ironica che sconfina nella tragedia.
Plauto stesso definì la sua opera una tragicommedia, e veramente la beffa ordita dagli Dei ai danni dei mortali allo scopo di soddisfare i loro umanissimi capricci, accanto all’esilarante gioco degli scambi di identità e degli incidenti che ne conseguono, produce una tensione via via crescente per la durezza anche spietata con cui lo scherzo si accanisce sui personaggi, privandoli – oltre che della loro stessa identità – della capacità di distinguere il vero dal falso, l’essere dall’apparire.

Cosa c’é di più affascinante per un attore che porsi il problema dell’identità? E che cosa c’é di più accattivante per lo spettatore se non potersi godere dal vivo la visione dell’attore – per definizione giocatore di maschere, acrobata tra finzione e realtà – che gioca e lotta, vincendo e perdendo, per la sua identità, il suo ruolo, inseguendo quella sottile linea d’ombra dove non si è né sé stessi né altro da sé, ma una pura creazione viva e nuova, che, luciferina, vuole assomigliare all’opera degli Dei?

Di questi personaggi ci siamo innamorati, anche per la varietà e ricchezza di spunti che ognuno degli Autori ha conferito loro: Sosia e Anfitrione, piombati l’uno per via grottesca, l’altro tragica, in una confusione esistenziale che porta all’annullamento di sé; Giove e Mercurio, divinità prepotenti, crudeli e capricciose, ma al tempo stesse irrise e demitizzate; Cleante (o Caride, Bromia), antesignana di tutte le serve e servette comiche, complici e petulanti; Alcmena, oggetto della discordia e incarnazione suprema della Grazia, beffata per prima, e forse con più crudeltà degli altri, ma pura fino in fondo per la fedeltà adamantina del suo amore e per la fierezza della sua condizione di essere umano.

Ci è sembrato di trovare, in questo Anfitrione, tutti gli elementi di una ricca tradizione cui vale la pena di ridare vita. Ancora una volta, una bellissima storia dai tratti ormai proverbiali, si riveste di sensi nuovi, vicini a noi: non sentiamo un persistente senso di disagio di fronte alle manifestazioni di una realtà virtuale più vera del vero?

E chi siamo più noi, persi in una valanga di informazioni che ci ricordano ogni attimo la mutevolezza incomprensibile dell’universo? Di fronte allo sperdimento e al capriccio del caso e degli Dei le ancore di salvezza non cambiano: l’amore, il patto di fedeltà, la lealtà, l’amicizia. Come senso da rivivere e riascoltare non ci sembra poco”.

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