Indietro
menu
Newsrimini Riccione

Il palas ai riccionesi. Riccione Congressi replica a proposta di gestione unica

di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Mar 15 Dic 2009 11:04 ~ ultimo agg. 13 Mag 10:59
Tempo di lettura 4 min

La “Riccione Congressi” che parte da una quarantina di alberghi, auspica la creazione di una cordata di imprenditori che assuma la gestione della struttura insieme al Comune.
Sì a una collaborazione con Convention Bureau, ma un secco no all’ipotesi che Riccione diventi una dependance di Rimini.

“Noi conosciamo Riccione ed il Palas è una cosa che fisiologicamente dobbiamo gestire noi – spiega Sergio Pioggia della Confcommercio alla trasmissione Tempo Reale (Radio Icaro-IcaroTv) – Rimini è vicina ma è anche lontana. Non si deve però leggere questa cosa come una guerra con Rimini alla quale garantiamo la massima collaborazione. Però il Palas di Riccione è una nostra cosa, l’abbiamo creato nel nostro centro. E’ il cuore di Riccione e il cuore non si affitta e non si vende. Si gestisce!”.
Ora la palla passa al sindaco Pironi. “Noi siamo ottimisti”, conclude Pioggia che ricorda che il primo cittadino sul suo tavolo ha già la proposta di gestione della Riccione Congressi.

Il comunicato di Riccione Congressi:

Riccione risponde alle avances di Rimini con una proposta determinata e corale: il Palazzo dei Congressi di Riccione è un patrimonio della città, e come tale non può essere sacrificato in nome di “interessi provinciali”.

La gestione deve restare Riccionese: una cordata di imprenditori del settore garantirà capitali, competenze e professionalità, completerà lo sviluppo del Palazzo da imponente investimento a fulcro dell’attività cittadina nei mesi invernali.

La piena occupazione del Palazzo è un interesse strategico inderogabile: oltre a volano per l’economia turistica della città, la sua attività è vitale per garantire oltre 1000 posti di lavoro, grazie all’indotto sviluppato nei mesi invernali in alberghi, ristoranti, negozi e locali.

Sono già 10 i soggetti che sostengono questo obiettivo: al fianco di Riccione Congressi (che raccoglie 40 insegne alberghiere) si schiera la prima linea dell’ospitalità della Perla Verde.

Hotels storici e prestigiosi (fra i quali il Grand Hotel Des Bains, l’Atlantic, il Lungomare, il Nautico, il Roma, il Mediterraneo, il Corallo, il Maestrale), Associazione Albergatori e Promhotels sono determinati a formare una nuova società di gestione, che si assumerà la responsabilità di sviluppare l’attività congressuale e di contribuire al finanziamento del debito di costruzione del Palazzo.

La nuova società potrà essere formata dalla cordata di imprenditori riccionesi e dal Comune, che garantirà il corretto utilizzo e la conservazione del Palazzo.

La soluzione di Riccione Congressi, oltre ad assicurare una gestione professionale ed efficace, consentirà alla pubblica amministrazione di sommare il beneficio di un canone di locazione per l’area congressuale del Palazzo (dal 3° al 5° piano) con l’eliminazione delle attuali perdite gestionali di cui deve farsi carico.

Tutte le categorie economiche della città sono chiamate ad affiancare la cordata per rilanciare l’autonomia e l’identità di Riccione sul mercato congressuale: al di là dei soggetti promotori, ci sarà ampio spazio per chi vorrà contribuire al successo del “Sistema Riccione”.

Rimini compresa: il ruolo di coordinamento del Convention Bureau di Rimini resterà determinante sul fronte commerciale, purché con l’impegno a promuovere la destinazione Riccione senza avanzare le pretese di controllo che sono recentemente emerse e che finirebbero, inevitabilmente, per far scomparire il Palariccione nella morsa tra Fiera e Palazzo dei Congressi di Rimini.

Chi parla di sinergie ed economie di scala tra Rimini e Riccione vede indubbiamente grossi vantaggi per il palacongressi riminese e un futuro di secondo piano per quello riccionese, che in un’ipotetica gestione unitaria sarebbe considerato come ruota di scorta.

Il rischio è che Rimini riesca, in una sola mossa, ad eliminare il suo principale competitor ed a trasformarlo in una sorta di dependance in cui parcheggiare gli eventi residui, una volta riempite (e quando mai!) le ben 42 sale attualmente in costruzione.

Questa proposta è dunque un chiaro appello al Sindaco Pironi: Riccione ha le sinergie, la forza ed anche le competenze per assumersi le proprie responsabilità.

Il principale investimento della città dell’ultimo decennio non merita di essere svenduto, Riccione ha le carte in regola per dimostrare a tutti il valore della sua classe imprenditoriale. Anche a Rimini.

Altre notizie