Il 'lungomuro' che dall'orizzonte il guardo esclude. Mare Libero contro la duna
Le dune sono un elemento ormai diffuso della spiaggia autunnale, ma quelle nel tratto di spiaggia la confine tra Rivabella e Viserba per Roberto Biagini, presidente di Mare Libero Aps, sono un brutto esempio.
Da quest’anno a Viserba, lamenta Biagini, "non si riesce neppure a vedere il mare addirittura camminando sulla passeggiata di via Toscanelli (non pensateci nemmeno se si “scende in spiaggia”). Siamo diventati come Ostia, abbiamo anche noi il nostro “bel lungomuro” : una “duna a ferro di cavallo”, come potete vedere dalle fotografie, non certamente naturale, ma collocata appositamente nei mesi autunnali-invernali per proteggere i manufatti dei privati e non la costa, come dovrebbe, invece, per “funzione”, essere. Dal momento che in quel tratto di arenile vi è commistione tra proprietà privata e demanio marittimo (la fascia A e B a ridosso della litoranea “è privata” e la fascia di ombreggio C è “pubblica demaniale” ) nessuno può impedire al “privato” di tutelare “il suo”, ma l’ accesso all’ arenile, la passeggiata sulla spiaggia e la vista del mare sono diritti pubblici (non suoi, del privato, ma nostri, di tutti, della comunità) che devono essere lasciati “illibati” e a godimento libero e gratuito di tutti. Lì invece non si vede né il mare, né si può camminare sulla spiaggia per accedere alla battigia, al mare, in palese in violazione alle libertà dei cittadini".
Rincara Biagini: "Tutti proni a salutare i “potenti” in visita ad Ecomondo, “finestra green” riminese delle eco-tecnologie dove tutto dovrebbe essere finalizzato al riconoscimento dell’ importanza dell’ impatto della natura sull’ uomo, mentre poi gli stessi ospiti che transitano sul lungomare Toscanelli per andare e tornare dai padiglioni fieristici non possono né “vedere” il mare, cioè la natura primigenia di tutti noi, né andare a “camminare in spiaggia” perché vi è un impedimento materiale e visivo, un “ECO-MOSTRO” creato dall’ uomo per proteggere le strutture private create sopra un elemento naturale e del quale, chi ha investito in spiaggia, conosceva ampiamente i rischi legati all’ ordinario dispiegarsi dei marosi.
Biagini fa sapere di avere chiesto, a nome dell’ associazione, un intervento dell’ amministrazione comunale "intanto per ordinare l’ immediato l’ abbassamento del “vergognoso lungomuro”, l’ apertura di varchi per camminare sull’ arenile ed in ogni caso che vengano predisposti gli accertamenti necessari".












