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Il lungomare nord. Da modello a occasione sprecata e 'promessa invecchiata male'

In foto: il lungomare di Viserba
il lungomare di Viserba
di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Dom 8 Giu 2025 12:26 ~ ultimo agg. 12:37
Tempo di lettura 4 min

Dall'imprenditore Francesco Maestri riceviamo una lettera indirizzata all'Amministrazione Comunale di Rimini per ripercorrere la stroria del nuovo lungomare nord, di cui Maestri sottolinea la caratteristica di promessa mancata di progetto innovativo e sostenibile piegato alle esigenze del traffico.

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Egregio Sindaco,  Gentili membri dell’Amministrazione,

 scrivo questa lettera come cittadino, padre, imprenditore e amante incrollabile di Rimini.  Lo faccio non per lamentarmi, ma per ricordare – a me e a voi – quanto potenziale stiamo dissipando.

 Il Parco del Mare, nella sua parte nord, era nato come un sogno. Un'idea coraggiosa, in cui la città si liberava dalla morsa dell’asfalto per respirare, finalmente, aria di futuro: lungomare pedonale, ciclabile, inclusivo. Un modello europeo.

Per la prima volta da decenni, non era la macchina al centro, ma la persona. E poi? 

Poi è bastata qualche voce fuori dal coro – e forse qualche calcolo politico – perché quel sogno fosse messo in pausa. O peggio, riportato indietro nel tempo.

 Oggi, a distanza di pochi anni, ciò che doveva essere un vanto, è diventato un simbolo di degrado e contraddizione. Siamo tornati indietro negli anni ’80 in un batter d’occhio.

- Le piastrelle si rompono sotto le ruote di furgoni, bus, auto e motorini, che circolano liberamente laddove ci sarebbero dovuti essere passeggini, biciclette e bambini.

- Le panchine sono logorate, non da uso amorevole, ma da incuria.

- La pista ciclabile è diventata territorio di conquista per veicoli a motore che non esitano a invaderla, sostarvi, o addirittura attraversarla a velocità sostenuta.

- Il limite dei 20 km/h? Una raccomandazione che nessuno prende sul serio. E’ pericoloso, ve lo assicuro.

- La promiscuità tra auto, pedoni e ciclisti ha creato un clima di insicurezza permanente.

Le cartacce, le sigarette per terra, l'inciviltà dei singoli: su questo si può intervenire con la cultura e il tempo (in Italia è un’utopia).  I pacchetti di sigarette, le cacche dei cani (chiaramente prima raccolte nel sacchetto di plastica, poi buttate per terra con il sacchetto) quelle le raccogliamo noi con scopa e paletta. Non è un problema comunale ma di mentalità italiota.

Ma sulla velocità delle auto, sui passaggi abusivi, sul rispetto della viabilità, si può – e si deve – intervenire ora. E qui ci dovete aiutare voi. Perché qui non si tratta più di decoro urbano, ma di sicurezza pubblica.

Ancora non si è fatto male nessuno. Ma quando accadrà – e accadrà – sarà troppo tardi. Io ho una bimba di un anno e mezzo che cammina e ogni giorno ho paura della cronaca dei quotidiani locali: “Investita bimba sul lungomare. Ora al Bufalini in condizioni gravi”.

Quando un bambino verrà investito in piena pista ciclabile, non potremo dire che non lo sapevamo. Potremo solo dire che non abbiamo avuto il coraggio di fermarlo.

Sembra una forzatura? 

Allora facciamo una passeggiata insieme: partiamo da Torre Pedrera e scendiamo verso Viserba.  Contiamo le infrazioni, le auto in sosta dove non dovrebbero esserci, le buche, i segnali stradali ignorati. Da un sogno il lungomare è diventato un incubo.

Cos’è rimasto del progetto iniziale? Un po’ di arredo urbano sbiadito e tante promesse invecchiate male. Eppure, non è troppo tardi. Abbiamo ancora l’opportunità di rimettere al centro l’idea originaria: un lungomare per le persone, non per i veicoli. Un luogo sicuro, curato, ordinato. Un esempio per tutta la Riviera. Ma serve coraggio. E serve adesso.

 Vi chiedo di ascoltare questa voce non come critica, ma come grido d'amore verso Rimini.  Un amore che esige rispetto, visione e scelte nette.  Perché una città che si piega alla comodità del traffico è una città che rinuncia al suo futuro. 

E Rimini, lo sappiamo entrambi, non è mai stata una città che si accontenta. Buona domenica a tutti.

 

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