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Il dibattito

I numeri dell'emergenza - urgenza: 15 minuti il tempo di soccorso

In foto: il Pronto Soccorso dell’Infermi
il Pronto Soccorso dell’Infermi
di Redazione   
Tempo di lettura 5 min
Lun 14 Lug 2025 15:25 ~ ultimo agg. 16:35
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Oltre 1.400 persone assistite ogni giorno nel 2024, più di 527mila l’anno, con un tempo medio di intervento di 15 minuti, 4 al di sotto della media nazionale. Sono alcuni numeri dell’emergenza-urgenza in Emilia Romagna dove si conta un mezzo di soccorso avanzato, sia con infermiere che con medico, ogni 29.678 abitanti, il doppio di quanto prevede l’apposito Decreto ministeriale. 3.770 i medici e gli infermieri impegnati nel servizio, a cui si aggiungono 500 autisti soccorritori e quasi 40mila volontari. Ci sono poi una flotta di 272 tra ambulanze e auto mediche operative 24 ore su 24 e 4 elicotteri. Un servizio, quello del 118, che la Regione finanzia ogni anno con circa 180 milioni di euro, 105 alle Aziende sanitarie e 75 alle associazioni di volontariato convenzionate per i trasporti. Per l’immediato futuro, l’obiettivo è quello di valorizzare le risorse umane e aumentare gli investimenti per l’interconnessione digitale tra territorio e rete ospedaliera. L’Intelligenza Artificiale sarà poi integrata nei sistemi operativi di risposta all’emergenza, affiancandosi e non sostituendosi al personale.

I numeri sono stati presentati anche in commissione consigliare dove non sono mancate alcune critiche anche da parte di alcuni ospiti. Roberto Pieralli presidente regionale dello Snami ha chiesto, ad esempio, di fare chiarezza su quali sono i mezzi di soccorso avanzati: “un mezzo con infermiere a bordo è diverso da uno con medico a bordo – ha detto -, in Emilia-Romagna prendiamo lucciole per lanterne, mettiamo tutto nel contenitore”. Sul tema dei mezzi di soccorso è intervenuto anche il riminese Nicola Colamaria del coordinamento degli ordini delle professioni infermieristiche: “parliamo di un tipo di mezzo che non può essere definito intermedio, in quanto c’è una formazione specifica degli infermieri, che operano in una rete complessa” ha spiegato.

Tra gli interventi politici, per la riminese Alice Parma (Partito democratico), sull’efficientamento del sistema, “è importante un monitoraggio costante del nostro sistema sanitario, è necessario leggere i cambiamenti, la riorganizzazione della rete non è semplice, dobbiamo farla con meno risorse; c’è anche il problema della carenza di personale sociosanitario e l’obiettivo è quello di garantire servizi ai cittadini sempre più efficaci”. Secondo il consigliere riminese di Fratelli d’Italia Nicola Marcello è “inutile negare che il problema della carenza di medici sia collegato a scelte sbagliate, sull’emergenza e urgenza servono poi premialità economiche”. Sul tema automedica invece il consigliere chiede di “ripristinare un numero adeguato di mezzi sull’intero territorio regionale”.

Necessario, sicuro e sostenibile. Così deve essere il sistema dell’emergenza-urgenza - spiega invece l'assessore alle politiche sanitarie Massimo Fabi-. Il 118, nato proprio in Emilia-Romagna, ha fatto scuola come modello di coordinamento dei soccorsi ed è poi diventato lo standard da adottare in tutta Italia. Oggi quel modello è chiamato a nuove sfide della sanità pubblica. A partire da quella del 112 Numero Unico di Emergenza, che dalla sua attivazione sta dando prova di essere un servizio molto importante per il nostro territorio e per i cittadini, con risultati in linea con le aspettative grazie anche al prezioso lavoro svolto insieme alle altre istituzioni. Siamo chiamati a far fronte alla carenza di personale sanitario e a una sempre maggiore domanda di prestazioni. Occorre- prosegue Fabi- continuare a investire in tecnologie e nella formazione del personale, ma anche in una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini e in un ruolo sempre più attivo del volontariato. I numeri sul nostro 118, certificati dal ministero, ci dicono che è sempre più un servizio di riferimento, che è cresciuto e si è rafforzato nel tempo sia come interventi effettuati, che come pazienti assistiti, ma anche per mezzi, tecnologie e personale. Siamo pronti a rispondere alle nuove sfide che abbiamo davanti, per fare ancora meglio e ancora di più”.

Il 118 in Emilia-Romagna: i dati 2024

Da 35 anni il 118 è il numero che salva la vita grazie a un’intera comunità di medici, infermieri, operatori sanitari, volontari soccorritori pronti ogni giorno, 24 ore su 24, a prestare soccorso ai cittadini in situazioni di emergenza.

Con 14mila interventi per 100mila abitanti l’Emilia-Romagna è tra le regioni che svolgono il maggior numero di interventi.

Quanto ai tempi di soccorso, nel 2024 la media in Italia è stata di 19 minuti, mentre in regione continua ad essere di 15 minuti, tempo che la colloca al secondo posto a livello nazionale. Quello dell’Emilia-Romagna è un trend stabile, ma si sta osservando un recupero medio di almeno 30 secondi. Come certificano i dati del Ministero della Salute, nel 75% degli interventi effettuati il tempo è stato inferiore a 13 minuti per Emilia Ovest, a 16 per Emilia Est e a 15 per la Romagna (a livello provinciale Piacenza 13 minuti, Parma 14, Modena e la Romagna 15, Bologna 16 e Ferrara 19 minuti).

C’è, poi, un dato che mostra quanto sia importante intervenire rapidamente per salvare una vita, quando si tratta di patologie tempo dipendenti: nel 75% dei casi di ictus i minuti che passano dal primo squillo al 118 all’intervento in ospedale sono meno di 66, per l’infarto meno di 60 e per il trauma meno di 76 minuti. E anche per effetto di questa prontezza del sistema 118 nel prestare soccorso, l’Emilia-Romagna è tra le regioni con mortalità più bassa a un anno dall’evento per ictus ischemico e a 30 giorni per infarto miocardico acuto, come certificano i dati del Programma Nazionale Esiti di Agenas.

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