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la riflessione di un medico

I nodi della sanità. Manfroni (118): troppe disparità, ecco perché molti vanno via

In foto: Davide Manfroni nella foto che accompagna il suo post su fb
Davide Manfroni nella foto che accompagna il suo post su fb
di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Ven 8 Lug 2022 14:37 ~ ultimo agg. 29 Mag 18:58
Tempo di lettura 4 min

La sanità sta vivendo un periodo complicato e in particolare alcuni ambiti fondamentali, come il Pronto Soccorso dell’ospedale di Rimini, sono in piena emergenza. Mancano i medici e l’Ausl Romagna sta cercando di correre ai ripari dirottando personale da altri reparti e chiedendo ai medici del 118 di svolgere parte del loro monte ore proprio in Pronto Soccorso. Ma servirebbe un intervento strutturale. In un post su facebook Davide Mafroni, da 16 anni medico del 118, fa il punto su una situazione complicata che deriva da errate scelte del passato ma anche da situazione contrattuali deficitarie che nessuno, almeno al momento, sembra aver fretta di sanare.

L’intervento di Davide Manfroni, medico del 118

Sono Medico del 118 dall’aprile del 2006, 16 anni! Non sono mai stato assunto come dipendente ospedaliero perché non mi è permesso accedere al concorso, lo stato italiano non mi permette di frequentare la scuola di specialità continuando a lavorare (cosa che avviene in tutta Europa da decenni) ma ho un contratto in convenzione a tempo indeterminato (Medico Emergenza Territoriale) che nasce unicamente per fare il 118 e collaborare ad altre attività che riguardano l’emergenza territoriale.
Che cosa significa? Significa che ho un contratto Nazionale come quello dei Medici di Famiglia o come quello della Continuità Assistenziale (ex guardia medica) che prevede un compenso orario di circa 22 euro lordi all’ora per 38 ore la settimana più un “gettone” di 900 euro mensile, una assicurazione che mi copre in caso di malattia e una assicurazione che mi copre in caso di infortunio, l’assicurazione professionale in caso faccia errori (quasi 4mila euro all’anno) la pago io.
I contributi previdenziali che l’azienda mi paga sono al minimo, quindi quando potrò andare in pensione al compimento del 70’ anno di vita non avrò TFR (non esiste per noi convenzionati) e percepirò una pensione di circa 800 euro al mese .
Sono un medico dell’emergenza territoriale che costa all’Azienda Ausl della Romagna complessivamente circa il 40% in meno rispetto a un Medico con lo stesso ruolo però dipendente. Un grande risparmio per la mia Azienda, senza dubbio .
Succede che per errata programmazione ed altri errori macroscopici fatti 15/20 anni fa da “ quelli che c’erano prima”, oggi non si riescano a trovare medici per il 118 e per il Pronto Soccorso e quindi sia stato chiesto dalla Ausl della Romagna a me e ai miei colleghi non dipendenti (siamo il 40/70% dei medici dell’emergenza) di svolgere il 30% del monte orario previsto dal nostro contratto in Pronto Soccorso e il restante 70% sull’automedicalizzata del 118 a fronte di un incentivo economico di circa 700 euro. Questi accordi si chiamano accordi aziendali locali.
Succede anche che ad alcuni colleghi che hanno scelto di fare unicamente il 118, perché il contratto prevede effettivamente si faccia solo quello, siano stati tolti 900 euro dallo stipendio! Perché? Boh, così per “punizione”….stabilirà un giudice quando restituirglieli.
E adesso cosa succede? Succede che ho scoperto che in altre aziende sanitarie dell’Emilia Romagna ci siano altri accordi aziendali grazie ai quali un medico del 118 in convenzione come sono io, facendo unicamente 118 arriva a percepire in busta paga 1500 euro in più rispetto a me che faccio 118 e Pronto Soccorso. Oh! Stessa Regione!
Succede anche che in Sicilia il mio collega guadagni il doppio!
Succede anche che i medici USCA che vanno a visitare i pazienti covid a casa (dai pazienti più gravi ci vado io con il 118) abbiano guadagnato il triplo!
……che restiamo comunque tutti i meno pagati d’Europa credo sia superfluo dirlo.
Gentilissimo Direttore Generale Ausl della Romagna Tiziano Carradori, Gentilissimi Assessore alla Sanità Donini e Presidente Bonaccini, la mia sarà anche una professione di grande passione, vocazione e sacrificio, ma vi sembra normale tutto questo e queste disparità? Vi chiedete ancora perché ce ne andiamo via tutti? Ma al mio posto, non vi sentireste presi per i fondelli?

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