Giornate Pio Manzù, la fine è ufficiale. Il Comune: salviamo il patrimonio


La fine delle Giornate di studio organizzate dal Centro ricerche internazionali Pio Manzù è nero su bianco. Le giornate hanno portato per oltre 40 anni a Rimini molti personaggi di rilievo internazionale tra i quali Michail Gorbaciov e Lady Diana. Dopo la morte del fondatore Gerardo Filiberto Dasi, nell’ottobre 2014 le giornate erano finite in stallo e ora l’assemblea straordinaria ha deliberato lo scioglimento dell’associazione e la messa in liquidazione. A far presagire l’esito del Centro di Ricerche Pio Manzù, anche il fatto che il sito piomanzu.org avesse da tempo cessato di essere attivo.
Oggi arriva anche un intervento dell’Amministrazione Comunale di Rimini, che negli anni ha affiancato l’organizzazione delle Giornate, che si mette a disposizione per cercare di preservare quanto possibile del patrimonio lasciato da Dasi: “Non è un fulmine a ciel sereno l’annuncio dello scioglimento dell’associazione ‘Centro ricerche internazionali Pio Manzù’. Ormai da mesi si rincorrevano sempre più insistenti le voci circa le progressive difficoltà dell’istituto verucchiese, dal giorno in cui è scomparso il suo fondatore, Gerardo Filiberto Dasi, cittadino onorario di Rimini dal 1999. Per quasi mezzo secolo le Giornate del Pio Manzù e la città di Rimini hanno percorso assieme un pezzo di strada unico e indimenticabile, punteggiato di personaggi e occasioni straordinarie, centro dei più alti dibattiti mondiali in quelle ore del mese di ottobre. E Dasi era l’innamorato creatore e organizzatore di quelle giornate, la cui crisi quasi fisiologicamente coincideva con l’addio del suo fondatore. In questo momento di estrema difficoltà societaria, il Comune di Rimini, che in tutte le edizioni delle Giornate internazionali ha offerto il suo contributo alla loro realizzazione e riuscita, si mette ancora una volta a disposizione per ogni tentativo utile di salvare i progetti, le iniziative, l’archivio e i materiali che documentano la lunga e non comune esistenza del ‘sogno’ di Gerardo Filiberto Dasi”.