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Fondazione Fellini. Ripianati i debiti, si riparte nel 2012 col nuovo statuto

di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Mer 21 Dic 2011 14:09
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Pagati i debiti (grazie all’intervento dei soci: comune e provincia in testa) e liquidata l’associazione, la Fondazione Fellini guarda al futuro con più ottimismo. A scandire le prossime date è l’assessore provinciale Bulletti: il 23 dicembre sarà definito il nuovo Statuto, ad inizio gennaio ci sarà un incontro con i potenziali sostenitori ed entro la fine dello stesso mese l’istituzione della Fondazione vera e propria che consentirà maggiore controllo e rigore nei conti. Necessario dopo i buchi lasciati dalle precedenti gestioni. “Apprendo oggi anch’io, con soddisfazione, dell’approvazione dello statuto – spiega il direttore della Fondazione Paolo Fabbri, che si era nei giorni scorsi detto preoccupato per i ritardi – Quest’anno – prosegue – abbiamo cercato di fare due cose: ripianare i debiti (e per farlo è stato indispensabile anche l’impegno del presidente Celli) e cercare di riacquisire credibilità sul territorio. Un territorio dove si trovavano la maggior parte dei 74 creditori dell’associazione, piuttosto agguerriti.”
I migliaia di euro di debiti accumulati dalla precedente gestione andavano, secondo Fabbri, dai cappuccini non pagati al bar ai 100mila racimolati con la Pieve. Ora invece se Aeradria, socio che da effettivo diventerà onorario, pagasse le quote arretrate la Fondazione avrebbe un attivo di 95mila euro.
Attualmente, con la liquidazione dell’associazione “Fondazione Fellini”, sono passati al comune di Rimini i beni dal valore stimato tra 1 e 2 milioni di euro. Comune che, come la provincia, sostiene la Fellini con 50mila euro l’anno. “Non certo un’esagerazione” commenta Fabbri che, per quantificare i beni in questione ha dovuto organizzare un lavoro di inventario di un mese che non era mai stato effettuato in precedenza. “La cosa mi ha un po’ innervosito – confessa – perchè quando ho accettato l’incarico ero certo che almeno l’inventario fosse stato fatto. Invece lo possiamo considerare come un debito in più che ci è stato lasciato.”

Ora si guarda al futuro: nuovi soci (come l’Università alla quale è stato offerto un corso felliniano), nuove forme di sostegno e iniziative da mettere in cantiere. Senza nascondere gli ostacoli. La lista è lunga e riguarda, in modo particolare, la questione dei diritti. Quelli cinematografici sono in capo alle teche Rai e a Medusa alle quali la Fondazione deve pagare ogni volta che proietta un film del Maestro. “Con la Rai credo che Celli riuscirà a risolvere – dice Fabbri – con Medusa invece sarà più complicato”.
Ma sul piatto c’è anche la questione dei sei eredi di Fellini. I conflitti degli anni passati sono stati superati, sul piano umano, dall’attuale amministrazione che pensa anche di offrire a Francesca Fellini la presidenza onorario. La Fondazione però dei beni del Maestro ha la proprietà ma non l’usufrutto e questo vuol dire che quando li utilizza è chiamata a pagare i diritti agli eredi.
Prosegue anche il tentativo della Fondazione di utilizzare, in attesa del Fulgor, il cinema Corso. “E’ inconcepibile che la città di Fellini non abbia più un cinema – dice Fabbri – abbiamo fatto un sopralluogo al Corso ed è tutto perfettamente funzionante. La speranza è quella di poterlo utilizzare.”
Sul piatto anche la questione del Museo Fellini. “Quello esistente è stato chiuso perchè inadeguato alla caratura del personaggio – spiega il direttore – ora c’è l’ipotesi di una sezione felliniana nel Museo della Città in attesa del progetto Fulgor.” Ma anche su questo Fabbri fa qualche valutazione. “Lo stanziamento riguarda solo i muri ma non paga i nuovi arredi.”
Il nome di Fellini continua però ad esercitare un forte richiamo. “Speriamo di fare le cose in tempo – dice Fabbri – se ci riusciremo, sono tante le richieste che sono giunte da Buenos Aires, Abu Dabi, Bilbao e Tolosa.”
Tra i progetti anche quello di poter organizzare qualcosa a Los Angeles. Il prossimo anno si lavorerà anche per gli appuntamenti del 2013 quando si festeggeranno i 40 anni di Amarcord e i 50 di Otto e Mezzo.

Tanti i progetti ma il primo passo, fondamentale per rimettersi sul mercato e cercare anche nuovi e necessari finanziamenti, resta comunque il passaggio ufficiale a Fondazione entro fine gennaio.

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