Fiducia sul decreto Gelmini, la Camera blinda le riforme


Scuola, passa con la Fiducia alla Camera dei Deputati il maxi emendamento del Governo al decreto Gelmini. In giornata dovrebbe arrivare il voto finale sul provvedimento, poi passerà al senato, che entro fine mese lo convertirebbe in legge. E tra le proteste dell’opposizione, è la sesta fiducia in cinque mesi che “blinda” un atto parlamentare, eliminando ogni discussione o modifica, si registra un altro passo avanti per le novità introdotte dal ministro Mariatella Gelmini: meastro unico, voti di nuovo in forma decimale, voto in condotta, reintroduzione in forma sperimentale dell’educazione civica, testi scolastici “congelati” come edizione e come prezzi, per cinque anni.
L’ex ministro Fioroni, del Pd, ha dato la propria lettura critica del provvedimento: “saranno tagliati 225 mila posti in tre anni”, lamentando che per la prima volta “nella storia repubblicana è stata posta la fiducia evitando il confronto nel merito. Con la manovra e il decreto i nostri ragazzi avranno gli stessi stimoli che avevano gli alunni di 60 anni fa, in una società post – contadina che doveva combattere l’analfabetismo. Così si fa più di una manutenzione, si sfascia la scuola”.
Critiche anche dall’Italia dei Valori: “si scrive Gelmini ma si legge Tremonti”. Al ministro delle Finanze “vanno ascritti i provvedimenti concreti e dannosi come il taglio di 8 miliardi, il maestro unico il taglio di 87.000 cattedre e di 44.500 unità di personale non docente” Sono della Gelmini invece “i provvedimenti inutili”. Dall’Udc, Luisa Capitanio Santolini, parla di “piccole novità buone solo per la propaganda”.