Falsi certificati per non andare a scuola, condannati insegnante e due medici


Una professoressa delle superiori e due medici curanti, imputati in concorso per truffa ai danni dello Stato, sono stati condannati, con rito abbreviato, a 2 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno e ad una multa di 1.200 euro, oltre al pagamento delle spese processuali. Così ha stabilito la gup del tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli. Una vicenda che ha visto la Guardia di finanza, coordinata dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, impegnata un'indagine certosina, al termine della quale è stato possibile quantificare il danno arrecato allo Stato in 47mila euro. E' questa la somma che la professoressa, una 33enne originaria della provincia di Reggio Calabria, con incarichi in tre istituti tecnici e professionali del Riminese, ha percepito indebitamente con assenze ingiustificate, ripetute e continuate dal lavoro, frutto di falsi certificati medici redatti dai due professionisti compiacenti, un 68enne e un 61enne, entrambi residenti in provincia di Reggio Calabria.
La professoressa, assunta a tempo determinato come supplente, dal settembre 2019 all’aprile 2022 aveva prodotto più di 30 certificati medici attestanti soprattutto malattie che richiedevano terapie salvavita e la costringevano quindi a lunghi periodi di assenza, come la sindrome di Meniere (per la quale aveva saltato un intero anno scolastico) o un’insufficienza renale cronica. A queste gravi malattie si sarebbero poi aggiunte anche altre patologie minori: ascessi dentali, lombalgie, distorsioni alla caviglia e persino una reazione avversa al vaccino anti Covid.
La Procura di Rimini, avvalendosi di un consulente tecnico d’ufficio, ha ritenuto le presunte malattie diagnosticate come non gravi, evidenziando l’assenza del pericolo di vita. Nel maggio del 2024 era stata la stessa giudice ad ordinare, disponendone la comparizione in ospedale, che la docente si sottoponesse ad esami medici per attestarne lo stato di salute. Esami che hanno confermato la tesi della Procura e provato la truffa. Nei confronti della professoressa, accusata di aver arrecato un grave turbamento al regolare svolgimento delle lezioni, è stata disposta la confisca del profitto del reato, pari a 46.997 euro.