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di carlo alberto pari

Esecrabile violenza: sulle donne, ma non solo. Una riflessione

di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Dom 26 Nov 2023 07:20
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L’evoluzione tecnologica, la cultura, persino il benessere, non sono sufficienti a realizzare una società matura, consapevole, dove la violenza, viene quanto meno disprezzata. Sono necessari valori profondi, fulcro dell’educazione al rispetto della persona. L’esatto contrario di ciò che accade, sempre più spesso.
Sempre più spesso, se un insegnante “si azzarda” a valutare uno scolaro in modo negativo, arrivano i genitori ad aggredirlo, se la scuola è superiore, è lo stesso studente ad agire.
Sempre più spesso, i pazienti diventano aggressori, ad esempio, nelle zone deputate al pronto soccorso, come se le colpe delle lunghe attese fossero degli infermieri o dei medici. Ultimamente, il fenomeno si allarga, tocca anche i camici bianchi, fautori di cure ritenute errate dagli aggressori.
Sempre più spesso, se un avvocato perde una causa, non rischia solo il mancato pagamento della parcella, ma anche l’incolumità fisica.
Sempre più spesso, gli agenti delle forze dell’ordine hanno difficoltà, persino a chiedere i documenti, o ad effettuare un banale controllo, non di rado vengono insultati, o peggio aggrediti.
Sempre più spesso, i social sono canali deputati all’insulto, anche l’ignorante in materia può esprimere il suo lungimirante pensiero, frequentemente supportato da male parole, estremamente appagante, perché amplificato.
Sempre più spesso, la violenza inizia in tenera età, se sei fisicamente più debole, o hai qualche difetto, il bullismo è dietro l’angolo. Se sei più scarso in uno sport di squadra, la panchina diventerà il tuo regno, se l’allenatore si azzarderà comunque a farti giocare, alcuni genitori dei “campioni” lo contesteranno, perché si deve “vincere”, anzi, se l’arbitro delle partitelle non sarà “adeguato”, rischierà anche lui.
Sempre più spesso, una palla in una rete e dei milionari che corrono, assumono un ruolo di fondamentale importanza sociale, ma oltre alle persone disposte a dedicare il loro tempo ed il loro denaro, in tanti, affrontano i tifosi avversari in assurde battaglie urbane, scontri anche fisici, contro persone come loro, che lavorano per sopravvivere, ma che “amano” una maglietta di colore diverso.
Questa è una buona parte della società attuale, appare complesso, se non ipocrita, pensare che si possa contenere la violenza con delle lezioni o dei filmati nelle scuole, che mi auguro utili, ma estremamente insufficienti. Serve un cambio culturale ed educativo, servono valori, che richiedono tempi di attecchimento dilatati, servono idee, uomini, sinergie, investimenti. Altrimenti, con i disvalori attuali, la violenza si amplifica in ogni ambito sociale e si concretizza, irreversibilmente, verso i più deboli.
Le Donne, purtroppo, sono le prime vittime sacrificali.
CARLO ALBERTO PARI
CRIMINOLOGO – GIORNALISTA

 

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