Donne tra lavoro, infortuni e nuove imprese. I dati Inail e della regione


Nel 2009, ultimi dati certificati, gli infortuni sul lavoro in provincia denunciati all’INAIL sono stati 7.479 solo il 33% ha riguardato donne che rappresentato però il 43% degli occupati. Semplice il motivo: le donne fanno lavori meno rischiosi. L’incidentalità femminile si dimostra invece più elevata nel tragitto casa lavoro dove, tra l’altro, si registra un’alta percentuale di mortalità: 4 le donne che hanno perso la vita in itinere negli ultimi quattro anni. Quando si parla di infortuni che comportano lo sviluppo di una disabilità è diverso poi l’impatto psicologico tra uomo e donna che, secondo recenti ricerche, si dimostra più vulnerabile da questo punto di vista con conseguenze sui rapporti sociali ed affettivi. Le donne si dimostrano però particolarmente attive proprio in questo periodo di crisi: in regione le imprese femminili sono oltre 97mila e in provincia ben 16.850 (il 28,5% del totale). Non solo: queste aziende tendono ad assumere manodopera femminile incentivando così i dati sull’occupazione rosa che vedono Rimini in difficoltà con solo il 59% rispetto il 75% maschile. Inoltre cresce anche la presenza di donne in ruoli manageriali.
Quest’anno ricorre, tra l’altro, il centenario dell’episodio che portò alla nascita della festa della donna: l’incendio in una fabbrica di camice di New York del marzo 1911 nel quale morirono 146 donne (39 italiane). Per l’occasione, l’associazione nazionale invalidi e mutilati promuove il concorso Foto-Biografia dedicato a tutte le donne vittime di infortuni con l’obiettivo di realizzare un calendario che racconti la storia di chi è rimasto vittima della mancata applicazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Ma anche la forza delle donne che hanno saputo reagire all’invalidità. A margine della conferenza, Concetta Piva, socia Anmil di Riccione, ha raccontato la sua storia: 15 anni fa ha scoperto di soffrire di asbestosi, malattia per la quale non esistono cure.
La nota stampa
Una giornata per ricordare uno dei più tragici incidenti sul lavoro, ovvero l’incendio nel quale morirono 146 operaie (almeno 39 italiane) in una fabbrica di camicie di New York il 25 marzo 1911. La “vulgata” popolare “spostò” quell’incidente all’8 marzo, che presto divenne la Giornata Internazionale della Donna.
Per il centenario di questo gravissimo incidente l’ANMIL, che non dimentica il filo che collega i temi della sicurezza sul lavoro e dell’emancipazione femminile, dopo l’enorme successo ottenuto lo scorso anno con il Concorso per la realizzazione di un testo musicale dedicato alle donne lavoratrici, da cui è stato realizzato il CD “Note scordate”, anche quest’anno in collaborazione con l’INAIL ha voluto puntare l’attenzione sulle implicazioni legate alla condizione femminile e alla prevenzione degli infortuni lanciando per l’8 marzo, il Concorso “Foto-Biografia” dedicato a tutte le donne rimaste vittime di un incidente sul lavoro.
All’evento di presentazione partecipano: Anna Maria Fiori, assessore alle Politiche del lavoro del Comune di Rimini; Luciano Astolfi, presidente provinciale ANMIL Rimini; Sergio Samorì, direttore INAIL sede di Rimini; Maria Teresa Colombo, imprenditrice; Concetta Piva, socia ANMIL.
L’incontro sarà l’occasione per fare il punto sul fenomeno infortunistico al femminile.
Il Concorso, che ha ottenuto i patrocini del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministro per le Pari Opportunità, mira a trovare 12 storie per realizzare un Calendario foto-biografico 2012 con l’obiettivo di raccontare, attraverso i ritratti e i racconti delle protagoniste, la drammatica realtà della mancata applicazione delle norme per la sicurezza nei luoghi di lavoro e, mettendo in luce la loro forza e femminilità, dimostrare che le donne rimaste invalide non devono perdere né il rispetto né la stima di se stesse.
Tra le richieste di partecipazione che perverranno entro il 10 maggio 2011, verranno selezionate le 12 donne con i racconti più emblematici da una Giuria composta dal sociologo, prof. Domenico De Masi, dalla giornalista Rai Maria Luisa Busi, dal Vice capo Gabinetto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dott.ssa Susanna Zeller, dalla dott.ssa Rosalba Veltri del Dipartimento per le Pari Opportunità e da rappresentanti di ANMIL e INAIL. Inoltre supporteranno il lavoro della Commissione giudicatrice, in qualità di Comitato Tecnico, le 5 componenti del Gruppo ANMIL per le Politiche femminili (tutte donne infortunate sul lavoro).
Gli scatti per il calendario saranno affidati ad un fotografo professionista e la stesura delle storie ad un noto giornalista.
La presentazione poi del Calendario ANMIL-INAIL “Foto-Biografia” 2012 ci sarà a novembre.
Per ulteriori informazioni contatta la Sezione ANMIL di Rimini ai numeri 0541.57287 oppure visita il portale www.anmil.it
I dati ‘al femminile’ diffusi dalla regione
Nascere in Emilia-Romagna oggi, per una donna, significa avere un’aspettativa di vita di 84,3 anni, a fronte dei 79,3 per un uomo. Significa vivere in una Regione che, per quanto riguarda il tasso di occupazione femminile, ha superato già da tempo il traguardo (60%) fissato dagli accordi di Lisbona per il 2010, raggiungendo nel 2009 quota 61,5% (il dato nazionale è del 46,4%). Significa vivere in una dimensione dove, nell’istruzione secondaria e universitaria, la componente femminile supera i livelli di quella maschile. Nonostante tutto questo le donne guadagnano mediamente 300 euro in meno al mese rispetto ai colleghi uomini, la presidenza degli ordini professionali, salvo poche eccezioni (6 donne), è affidata a uomini (78), e nelle Università il tasso di “femminilizzazione” del corpo docente aumenta al diminuire della qualifica: più alto fra le ricercatrici (46,9%), più basso fra i professori ordinari (18,6%). Sono alcuni dei dati contenuti nell’ultima edizione del volume “Le donne in Emilia-Romagna”, a cura del Servizio Controllo strategico e statistica della Regione. Una fotografia della popolazione femminile dell’Emilia-Romagna da più punti di vista: struttura demografica, salute e fecondità, occupazione, redditi e retribuzioni, istruzione, rappresentanza nelle posizioni decisionali.
“Anche se in Emilia-Romagna siamo all’avanguardia rispetto al quadro nazionale nelle politiche di genere, c’è ancora molta strada da fare per arrivare alla parità tra donne e uomini – ha commentato l’assessore alle Pari opportunità della Regione Donatella Bortolazzi presentando i dati – . Le donne hanno meno uguaglianza, meno rappresentanza, e quindi meno potere, e meno libertà. Sono, dunque, ancora in posizione di svantaggio”. Tra le politiche attive in tema di conciliazione, l’assessore ha ricordato il nido pubblico d’infanzia interaziendale promosso dalla Regione, che aprirà a settembre. Una quota dei posti è riservata ai dipendenti regionali, che potranno presentare la domanda d’iscrizione per i propri bimbi dal 14 marzo al 2 aprile.
Sul superamento degli stereotipi di genere, domani, 8 marzo, al Cinema Lumière di Bologna, ci sarà la presentazione dello spot realizzato sulla base della sceneggiatura – fatta dall’istituto “Einaudi” di Ferrara – che ha vinto il premio, promosso e realizzato dalla Regione Emilia-Romagna, “Giochiamo alla pari!”. “Continuiamo a lavorare con le scuole – ha ricordato l’assessore – : è fondamentale istillare tra i più giovani qualche spunto perché ci sia un cambiamento culturale”. Sempre domani, 8 marzo, l’assessore Bortolazzi, insieme agli assessori Peri (Reti di infrastrutture materiale e immateriali) e Muzzarelli (Attività produttive) premierà imprenditrici donne dell’Emilia-Romagna che hanno realizzato progetti innovativi con l’utilizzo dell’Information and communication technology (Ict).