Dagli scavi del Galli spunta la storia urbana di Rimini. A maggio la copertura del teatro


Emozione e anche entusiasmo da parte della soprintendenza per quello che è emerso negli scavi archeologici del Teatro Galli. Praticamente tutta la storia della città, strato per strato, è tornata alla luce (ed è documentata in un suggestivo video corredato da ricostruzioni virtuali) a partire dai ritrovamenti più antichi, precoloniali. Gli scavi hanno riportato in luce un esteso edificio realizzato con una modalità che prevedeva un largo impiego del legno, soprattutto per quanto riguarda la struttura portante: grossi pali di quercia, che dovevano sorreggere la copertura e rendere più solide le pareti, sono stati trovati ancora infissi nel terreno a testimonianza della particolare tecnica costruttiva.
Ritrovamenti (mosaici, pavimentazioni, mura, ma anche sepolture collegate alla vicina presenza della Cattedrale di Santa Colomba) che testimoniano ogni epoca di Rimini che, è bene ricordarlo, tra III e II sec. Avanti Cristo fu di fatto una capitale romana a nord degli Appennini. Resti di murature, frammenti di intonaco affrescato nei classici colori rosso, giallo, bianco, di pavimentazioni a mosaico e a cocciopesto restituiscono il quadro di un quartiere articolato in più edifici – ne sono stati infatti individuati quasi sicuramente due – case a destinazione residenziale, proprietà di cittadini appartenenti ad un ceto medio-alto; al IV secolo d.C. risale la costruzione di un grande edificio che si sostituisce alle precedenti domus; significativa la costruzione di una vasta aula absidata, la cui originaria funzione non è ancora del tutto chiarita. A testimoniare la trasformazione della città con un diverso uso degli spazi urbani sono invece una serie di sepolture, in alcuni casi con oggetti di corredo, collegate alla presenza della Cattedrale di Santa Colomba nelle immediate vicinanze.
“Stiamo rimettendo al centro il cuore antico di Rimini” ha detto il sindaco Gnassi. “Un’operazione chirurgica” ha definito gli scavi l’assessore alla cultura Pulini ricordando che, pur se in parte i ritrovamenti andranno ricoperti, sotto il Teatro se ne potrà avere testimonianza. Sarà infatti realizzato un piano interrato museale, accessibile da via Poletti, che permetterà un affaccio almeno su parte degli scavi.
Intanto, sopra, il teatro continua a crescere: nelle prossime settimane saranno eseguite le opere di fondazione dei due piani interrati della torre scenica e le opere strutturali rimasti. A maggio è prevista la copertura.
Le dichiarazioni
“Nel progetto di sviluppo della Città verso il futuro – ha detto il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi, presente alla conferenza stampa insieme all’assessore alla Cultura Massimo Pulini – stiamo rimettendo al centro il cuore antico di Rimini. I cantieri aperti per la rigenerazione della città sono così diventati un’occasione unica per riscoprire e rimpossessarci della nostra storia e della nostra identità. Qui col cantiere del teatro Galli, ma anche con gli scavi archeologici in corso in tanti dei cantieri aperti nella città, al complesso del Leon Battista Alberti, ad esempio, dove solo un paio di giorni fa abbiamo approvato una campagna di valorizzazione della parte archeologica, o in piazza Malatesta ai piedi di Castelsismondo, o nell’area di Acquarena, o ancora nel Borgo San Giuliano, attorno al Ponte di Tiberio, con la riqualificazione dell’invaso, del canale, del parco, o col nuovo Visitor Centre della Rimini Romana che verrà aperto martedì prossimo nella chiesa di Santa Maria ad Nives in corso d’Augusto.” “Mai come oggi – ha proseguito il Sindaco Gnassi – è in atto un processo sistematico di valorizzazione della Rimini Romana. Dopo la grande overture del 2007 con l’apertura della domus del Chirurgo, si è fatta finalmente strada la consapevolezza che Rimini ha una storia non solo recente ma grande e importante, sia per la sua riscoperta sia per ciò che riguarda il suo valore identitario.”
“Un’occasione anche per la Soprintendenza – ha detto Luigi Malnati, Soprintendente Archeologo dell’Emilia-Romagna, che ha voluto essere personalmente presente assieme all’archeologa Renata Curina che ha seguito, passo dopo passo, la campagna di scavi – per il ruolo che Rimini ha avuto nella storia nazionale, quando, tra il III e il II secolo avanti cristo la Provincia Ariminum era considerata una capitale a nord degli Appennini. Ed oggi, grazie a questi scavi compiuti con le metodologie dell’archeologia moderna, di quella storia possiamo capire di più, proprio come in un viaggio a ritroso nel tempo capace di restituirci l’immagine di una città romana che non avevamo.”
Il video
Nei prossimi giorni sarà pubblicato online sui canali social del Comune di Rimini il video scientifico-divulgativo, che attraverso riprese video e ricostruzioni virtuali documenta quanto rinvenuto nella zona della torre scenica nel corso delle campagne di scavi archeologici preliminari e propedeutiche alla realizzazione del Teatro Amintore Galli, svolte tra il 2012ed il 2014. Commissionato dal Comune di Rimini, sotto la Direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia di Bologna, il video è stato realizzato dalla ditta Akanthos di Cesena