Cresce l’export anche se l’euro forte non aiuta. I dati Confindustria


Probabilmente la provincia di Rimini resterà anche a fine 2007 il fanalino di coda in regione in termini di export, ma da qualche tempo a questa parte qualcosa inizia a muoversi e Confindustria stima per fine anno, 1.450 milioni di euro di esportazioni il 4,2% in più del 2006. Un dato positivo anche se lo scorso anno la crescita sul 2005 si era attestata a livelli superiori al 15%. Una crecita più contenuta quindi quella del 2007 dovuta, per il presidente di Confindustria, Maurizio Focchi, all’apprezzamento dell’euro e ad una fisiologica fase di consolidemento sui mercati.
Le imprese che decidono di affacciarsi fuori dai confini nazionali sono in crescita, il mercato di riferimento maggiore è quello europeo, ma segnali di interesse giungono anche da Nord America e Medio Oriente. Per l’import rimangono predominanti Europa Comunitaria e Asia, anche se crescono le importazioni dalla Germania e calano quelle dalla Cina. Sintomo di maggiore qualità che si legge anche nella diminuzione della ricerca di fattori produttivi a basso costo. Alla base del processo di internazionalizzazione, le imprese indicano l’aumento di esportazioni e la volontà di diversificare il mercato. Maggiore competenza dei mercati porta poi le aziende a cercare accordi di collaborazione con operatori stranieri piuttosto che tentare l’esportazione diretta. In calo anche la percezione degli ostacoli sia conoscitivi che strutturali all’export. Anche le limitate dimensioni delle imprese riminesi non sembrano più un problema di grande rilevanza.
Un ostacolo, per il presidente Focchi, rimane però l’eccesiva burocrazia italiana e la difficoltà a districarsi tra le norme che accresce le spese amministartive e allunga i tempi.