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maltrattata e ingannata

Costringono la figlia ad un matrimonio in Bangladesh: arrestati genitori

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Mer 1 Ott 2025 09:51 ~ ultimo agg. 12:36
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I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Rimini hanno tratto in arresto, in esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. Raffaele Deflorio presso il Tribunale di Rimini, una coppia di coniugi bangladesi che vivevano a Rimini, ritenuti responsabili di gravi reati nei confronti della figlia maggiorenne.

Secondo le indagini,  svolte dai carabinieri e coordinate dal PM Davide Ercolani, tra novembre 2024 e aprile 2025, i due genitori, difesi dall'avvocata Valentina Vulpinari, avrebbero costretto la giovane ad accettare un matrimonio combinato con un connazionale da loro scelto, celebrato in Bangladesh il 17 dicembre 2024. Il provvedimento restrittivo è stato disposto su richiesta della Procura della Repubblica di Rimini con istanza di procedimento del Ministro della Giustizia, nella considerazione della gravità dei fatti perseguiti ancorché accaduti anche fuori dal territorio nazionale. 

La lunga e complessa attività investigativa ha portato alla luce le attività della coppia che avrebbe tratto in inganno la figlia, convincendola a recarsi in Bangladesh con una scusa. Una volta giunta però nel paese natale, le avrebbero sottratto immediatamente i documenti e la carta di credito e a quel punto la ragazza avrebbe appresso il vero motivo del viaggio. La giovane sarebbe stata inoltre costantemente controllata, subendo minacce e maltrattamenti, fino momento in cui è stata costretta al matrimonio combinato con un uomo molto più grande di lei appartenente ad una famiglia facoltosa.

Dopo le nozze la situazione si sarebbe ulteriormente aggravata: la vittima sarebbe stata costretta ad assumere farmaci propedeutici a favorire una gravidanza e calmanti, al fine di fiaccare la sua volontà.  A quel punto la ragazza, sfruttando il desiderio espresso dai parenti di una rapida maternità, è riuscita a convincere i genitori a farle fare rientro temporaneamente in Italia, così da poter ritrovare la serenità persa.

Giunta all’Aeroporto di Bologna, ad aprile, la ragazza è stata immediatamente presa in carico dai militari del Nucleo Investigativo e portata in località segreta, raccontando agli investigatori quanto le era accaduto. La giovane è stata inoltre supportata da strutture territoriali di assistenza alle donne vittime di violenze e abusi, che hanno cooperato in stretta sinergia con l’Arma.

I coniugi sono stati rintracciati dai Carabinieri presso l’abitazione di residenza e sottoposti agli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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