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Cocoricò. De Meis: abbiamo fatto tanto ma non è bastato

In foto: De Meis nello studio dell’avvocato Catrani (Newsrimini.it)
De Meis nello studio dell’avvocato Catrani (Newsrimini.it)
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura 3 min
Dom 19 Lug 2015 18:29 ~ ultimo agg. 18 Mag 22:42
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La morte di un 16enne è “una sconfitta per tutto il lavoro che è stato fatto. Ma non potevamo alzare bandiera bianca”. Così il patron del Cocoricò Fabrizio De Meis oggi pomeriggio nello studio dell’avvocato Catrani a Rimini ha commentato la morte del giovane perugino Leonardo Lucaccioni, e la scelta di dire comunque qualcosa nonostante l’istinto iniziale, di fronte alla gravità della tragedia, fosse quello di rispettare il silenzio.

In apertura le condoglianze alla famiglia. Nello specifico del fatto De Meis ha raccontato che il ragazzo nelle prime ore di oggi, sentendosi poco bene, si è rivolto al presidio medico della discoteca. L’addetto del presidio, rendendosi conto che anche se il ragazzo era cosciente le sue condizioni erano preoccupanti, ha ritenuto di chiamare il pronto soccorso. Il giovane è arrivato in ospedale vivo: in ambulanza gli è stato fatto un elettrocardiogramma. le sue condizioni sono poi peggiorate ed è deceduto dopo un’ora e mezza circa al Ceccarini.

Chi e dove gli abbia ceduto la droga e dove l’abbia consumata saranno le indagini dei Carabinieri a cercare di ricostruirlo. “Ma se è successo cento metri prima o cento metri dopo, è comunque una tragedia che ci colpisce”, spiega De Meis. Il Cocoricò ha subito messo a disposizione questa mattina le immagini delle 32 telecamere dell’impianto interno di videosorveglianza.

Nessun commento su richieste e ipotesi di chiusura: “Le decisioni non spettano a noi” . Alle autorità locali il Cocoricò chiederà un incontro a breve termine per capire quali misure aggiuntive intraprendere, come ad esempio un’unità cinofila privata a spese del locale. La priorità deve essere la caccia ai “corrieri della morte”, così De Meis chiama gli spacciatori.

“Abbiamo fatto tanto, ma forse non abbiamo fatto abbastanza”, dichiara De Meis che ricorda le tante iniziative del Cocoricò, dalla richiesta di un Daspo per le discoteche nei confronti di chi è stato responsabile di reati di spaccio alla più recente, la giornata insieme a San Patrignano in occasione della giornata internazionale contro la droga. E quanto successo spingerà a fare ancora di più in tema di informazione. “Speriamo che questa tragedia possa servire ai ragazzi per capire che quando si droga si rischia la vita“.

Ma la direzione del Cocoricò ricorda anche le misure di sicurezza di quello che probabilmente può dirsi il locale più sorvegliato d’Italia: una spesa stimata in 200mila euro l’anno per il personale di sicurezza e gli steward di servizio, le telecamere (aggiunte anche dove hanno suggerito le stesse forze dell’ordine, ha ricordato l’avvocato Catrani), il presidio medico attivato su iniziativa dello stesso Cocoricò, le campagne di prevenzione. Ma oggi, ribadisce De Meis, prevale lo sconforto.

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