Causa Giorgio Tonelli contro Padania: il quotidiano pubblica rettifica


La transazione per la causa di diffamazione intentata da Giorgio Tonelli presso il Tribunale di Varese prevede anche il pagamento di 20.000 euro più 3.000 per le spese legali.
Pubblichiamo il testo della rettifica, apparsa a pagina 6 del quotidiano:
La Soc. Coop. Editoriale Nord, proprietaria del quotidiano “La Padania”, a transazione della causa per diffamazione intentata dal giornalista-caporedattore Rai Giorgio Tonelli nei nostri confronti presso il Tribunale di Varese, riconosce che gli articoli anonimi pubblicati in data 28 giugno, 25 e 26 luglio, 12 e 13 settembre 2003 sul giornale sono “gravemente lesivi dell’onore e della reputazione del dottor Giorgio Tonelli”.
Come accertato dalla documentazione prodotta, gli articoli sono stati scritti da una fonte che non ha rispettato né la verità, né la continenza. Nel merito:
1) Il service “Bottega Video” di Rimini é di proprietà della Curia di Rimini e non di don Giovanni Tonelli.
2) La Rai non ha chiesto alcuna restituzione dei proventi a “Bottega Video”.
3) Nei mesi in esame “Bottega Video” ha fatturato per la Rai 5.000 euro risultando il penultimo fra i 18 utilizzati dalla sede di Bologna e non 150 milioni (75.000 euro) come indicato da “La Padania”. Il rapporto fra Rai e “Bottega Video” é tutt’ora operante con evidente reciproca soddisfazione.
4) La convenzione tra Service e Rai é di competenza del gestionale che dipende dalla Direzione di sede. La documentazione viene quindi inviata alla Direzione amministrativa finanziaria e acquisto elenco-fornitori di Roma. Non é quindi di competenza della struttura redazionale che dipendeva dal dottor Giorgio Tonelli.
5) La scelta dei Service da utilizzare quotidianamente inoltre era di competenza del coordinatore dei cineoperatori e non del caporedattore.
6) L’altro Service su Rimini indicato negli articoli ha aderito alla convenzione con le nuove tariffe Rai solo un anno dopo l’uscita dei pezzi pubblicati su “La Padania” e dunque non corrisponde a verità affermare che “é stato danneggiato da concorrenza sleale”.