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se ne è parlato in Consiglio

Canoni in aumento e concessioni a termine: il futuro incerto della Publiphono

In foto: gli albori (da publiphono.it)
gli albori (da publiphono.it)
di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Ven 9 Mag 2025 17:31 ~ ultimo agg. 18:06
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Che ne sarà della Publiphono, attiva a Rimini dal 1956, con il recente aumento dei canoni arrivato a 30mila euro l'anno? Lo ha chiesto con una interrogazione il consigliere comunale Stefano Brunori del Gruppo Gloria Lisi per Rimini.
La Publiphono copre tutta la spiaggia di Rimini per un totale di 153 altoparlanti a tromba, posti a 9 metri di altezza su pali di cemento e distanti circa 80 metri l’uno dall’altro.Il servizio propone due trasmissioni radiofoniche al giorno, alle ore 11 e alle ore 17 da giugno a settembre e propone musica, informa su iniziative ed eventi sul territorio, fornisce consigli, comunicazioni e servizi d'emergenza svolgendo, ha ricordato Brunori, "una importante funzione sociale per il ritrovamento di bambini e persone smarrite". Ricordandi che a ferragosto serve anche a diffondere il saluto del sindaco.
 
Nella sua risposta l'assessora al Demanio Valentina Ridolfi ha premesso che “il Comune di Rimini è stato investito delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo dal maggio 2007 a seguito del decreto del presidente della Regione che i Comuni riscuotono questi canoni concessori esclusivamente per conto dello Stato. Le concessioni rilasciate precedentemente a quella data alla società Publiphono Rimini S.r.l. non specificavano chiaramente la superficie occupata. C’era solo una planimetria di massima, che mostrava la posizione dei pali e delle plance (cioè i cartelloni), e un calcolo del canone basato sul numero di questi elementi. Non veniva menzionata la presenza di una linea interrata né tantomeno si considerava nel calcolo del canone. Il canone, cioè l’importo da pagare per l’uso del suolo pubblico, era inizialmente fissato dallo Stato. Né la Regione né il Comune avevano mai contestato quell’importo, dal momento che non vi erano motivi per metterlo in discussione. Nel 2007 però è entrata in vigore una nuova legge, che ha cambiato il modo di calcolare i canoni per le concessioni legate ad attività turistiche e ricreative. Il Comune ha quindi deciso di non calcolare il sistema “a corpo” e di calcolare invece i metri quadrati effettivi occupati da pali e plance. Da questo nuovo calcolo è emersa una superficie di 614,49 mq. Dal 2012, a seguito di nuova legge dello Stato, ogni concessionario è tenuto obbligatoriamente a trasmettere al Sistema Informativo del Demanio Marittimo (SID) i dati esatti relativi alla propria concessione, comprensivi della parte interrata, precedentemente non soggetta a calcolo. Nel 2018, seguendo queste indicazioni ministeriali, la società Publiphono ha presentato una perizia tecnica, in cui era stata inserita la linea interrata, che ha fatto salire la superificie concessoria a un totale di 14.076,23 mq. A quel punto, per il 2019, il Comune- che riscuote il canone esclusivamente per conto dello Stato italiano e dunque del canone non entra un euro nel bilancio comunale- ha dovuto obbligatoriamente applicare le tariffe previste dalla legge a questa nuova superficie, arrivando a una cifra annuale di oltre 30mila euro all'anno. La Publiphono ha legittimamente impugnato per vie legali questo adeguamento ma sino ad oggi ogni suo ricorso, che è un ricorso a una legge dello Stato italiano, è sempre stato respinto". "Un’altra questione - ha proseguito la Ridolfi - riguarda la durata delle concessioni. La legge del 2022 – successivamente integrata e modificata - ha stabilito che, per garantire concorrenza e trasparenza, nel rispetto del diritto dell’Unione europea, tutte le concessioni per attività turistiche restano valide solo fino al 30 settembre 2027. Dopo quella data, le strutture facilmente rimovibili dovranno essere rimosse. Nel caso specifico della Publiphono, la maggior parte delle sue strutture (le plance) si trovano su aree in concessione ad altri soggetti. Quando le concessioni saranno riassegnate, quelle strutture non potranno più restare “in casa d’altri”. Il Comune sta valutando la possibilità di mantenere anche in futuro almeno l’impianto audio, in quanto utile per finalità di pubblica utilità, ad esempio per la diffusione di messaggi informativi o in caso di emergenza. Siamo consapevoli, infatti, dell’importanza delle sue funzioni, anche in un’ottica di salvaguardia della collettività e di un richiamo a una tradizione caratteristica della nostra Riviera", ha concluso la Ridolfi.
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